fonte: il gazzettino 17/5/09
«La città si interroghi sull’opportunità o meno di accogliere la nuova
fonderia che è nei progetti della Sapa (ex Metallurgica ed ex Alcoa)
nello stabilimento in pieno centro città». A lanciare l’appello è Mario
Gris, dipendente della storica fabbrica per 32 anni nonché
responsabile, per un decennio, della fonderia esistente.
«In
base a quanto dichiarato dall’azienda – afferma Gris – la potenzialità
della fonderia sarebbe di 8 volte superiore alla disponibilità massima
di scarto interno, obbligando quindi la Sapa stessa a reperire sul
mercato il rimanente 80% di rottami, spesso di pessima qualità (ma di
basso costo), riducendo di fatto Feltre a una discarica incontrollata
che comporterà, inoltre, un aumento in città del traffico pesante».
Stiamo parlando, per Gris, «di un’azienda che dal 1942 ha emesso
nell’aria quantità enormi di fumi e polveri inquinanti senza nessun
tipo di filtrazione. Ricordiamo che nel 1990 la magistratura di Belluno
sequestrò l’azienda con la sigillatura di tutti i camini».
«La
fonderia – aggiunge Gris – in passato aveva motivo di esistere in
quanto copriva il fabbisogno di rifusione degli scarti interni prodotti
in reparti nel tempo eliminati e perché produttrice di leghe speciali
non reperibili sul mercato».
«All’evidente potenziamento del
disastro ambientale si aggiungerebbe uno sfregio paesaggistico in
un’area molto ricca di storia – sottolinea Gris -, deturpata da una
costruzione alta come un edificio di dieci piani in violazione del
piano regolatore. Se altre città, come Bolzano, prevedono il
dimezzamento dell’emissione di anidride carbonica nei prossimi dieci
anni attraverso la progressiva riduzione dell’uso del metano, la
costruzione di questa fonderia porterebbe al consumo di questa azienda
di combustibile pari ai consumi dell’intero comune di Feltre. Comune
inserito in una vallata che, com’è risaputo, sappiamo avere un pessimo
ricambio d’aria ed avere il triste primato di patologie tumorali».
A poco conta, per Gris, che l’azienda si "sposti" di circa 150 metri.
«Di fatto – evidenzia – ciò non cambierebbe l’impatto dell’inquinamento
della città e della vallata con emissioni di fumi inquinanti superiori
di tre volte i limiti fissati dalla normativa europea».
Fatte
queste considerazioni, dati alla mano, Gris (che è anche il coordinato
del comitato esposti all’amianto) propone alla città che si apra un
dibattito. «Su una questione così importante per la salute di tutti i
feltrini – conclude – ognuno dica la propria opinione».
Raffaella Gabrieli