dal sito del comitato pragras
..in questi giorni abbiamo piu’ volte palesato la nostra contrarietà
all’ipotesi (avanzata dal Sindaco di Quero, Zanolla) di un inceneritore
in provincia di Belluno. Siamo contenti che tante voci si siano levate
per manifestare la loro contrarietà (avanzando ipotesi alternative) Noi
abbiamo raggiunto il dott.Montanari (esperto di fama internazionale)
che ci ha rilasciato questa dichiarazione:
Egr. sig. Sindaco,
Leggere
le affermazioni che Le si attribuiscono a proposito della costruzione
di un inceneritore in una località che interesserebbe un territorio di
Sua competenza fa davvero male al cuore.
Il solo chiamare
“termovalorizzatore” l’impianto denota chiaramente la Sua estraneità
all’argomento, stante il fatto che, come è ampiamente noto, il vocabolo
è un’invenzione pubblicitaria tutta italiana che la Comunità Europea
non gradisce per nulla. Con quel sistema a caldo (“termo”) non si
valorizza proprio niente. Anzi, si distruggono risorse e si attenta
alla salute.
Da quanto appare, Lei pone la questione in un ambito
puramente economico, un approccio del tutto parziale e, invero, il meno
rilevante. Eppure, anche se si osserva il problema da questo punto di
vista, la combustione risulta perdente. Se Lei avesse avuto
l’accortezza di partecipare al convegno tenutosi a Gambettola (FC) lo
scorso mese di novembre, non avrebbe potuto altro che costatare come i
suoi colleghi amministratori che hanno applicato correttamente il
sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta abbiano risparmiato non
poco denaro pubblico, e questo conti alla mano. Certo, per mettere in
opera un sistema simile occorre essere dei bravi politici, ma, se non
lo si è, allora è meglio non millantare capacità inesistenti
avventurandosi in imprese più grandi di noi.
Allo stesso convegno
avrebbe visto, sempre conti alla mano, come dalla combustione dei
rifiuti si ricavi pochissima energia, molto meno di quanto non se ne
ricavi recuperando, riciclando e riusando il materiale. E, ancora,
avrebbe sentito il prof. Paul Connett della Saint Lawrence University
(New York), che da anni gira il mondo interessandosi dell’argomento,
affermare che gl’inceneritori sono un monumento al fallimento della
politica e indicano senza equivoci l’esistenza in alternativa
d’ignoranza o di corruzione.
Ancora, avrebbe imparato che esistono
diverse forme di trattamento dei rifiuti, tutte più o meno solidamente
fondate su basi scientifiche. L’unica forma che di scientifico non ha
nulla è proprio l’incenerimento, grottescamente in contrasto con le
leggi della fisica (principio di conservazione della massa o di
Lavoisier) e della chimica tossicologica (nella maggioranza dei casi la
combustione trasforma le sostanze d’origine in altre sostanze più
tossiche). La medicina attuale, poi, quella che si occupa di
nanopatologia, ha dimostrato come le polveri primarie e secondarie di
dimensioni micro e, soprattutto, nanometriche inducano malattie che
vanno da quelle cardiovascolari (ictus, infarto e tromboembolia
polmonare) a quelle oncologiche, fino a malformazioni fetali spesso
incompatibili con la vita. Se su quest’ultimo argomento desidera
ragguagli, La invito volentieri a visitare il nostro laboratorio di
Modena (Nanodiagnostics) dove Le potrò illustrare all’incirca un
migliaio di casi umani, partendo da quelli di bambini che non ce
l’hanno fatta a nascere.
A proposito di salute, Lei cita il centro
di Aviano attribuendogli un’affermazione che stride con la realtà dei
fatti, come potrà costatare leggendo la documentazione ufficiale
pubblicata al sito www.stefanomontanari.net. Tra questa c’è pure
l’elenco delle valutazioni fatte da enti pubblici italiani nelle zone
interessate e vedrà che l’ospedale di Aviano, se davvero ha fatto
un’affermazione simile, non è compiutamente informato. Inoltre, sappia
che i tumori non sono la prima patologia causata da quelli che Lei
chiama “termovalorizzatori” e, dunque, sarebbe quanto meno il caso
d’interpellare pure altri esperti.
Se vorrà informarsi meglio per
poi agire, in modo del tutto libero ma tenendo presente che la Sua
carica fa di Lei la maggiore autorità sanitaria del Comune, mi permetto
di consigliarLe la lettura del libro che ho scritto con A.M. Gatti
“Nanopathology” (Pan Stanford), del mio libro “Il Girone delle Polveri
Sottili” (Edizioni Macro) e dell’e-book che ho curato “Lo Stivale di
Barabba” (editore Arianna).
Distinti saluti,
dott. Stefano Montanari
DAL GAZETIN DE BELUN
«Quero l’area adatta per il termovalorizzatore»
Mercoledì 31 Dicembre 2008,
Termovalorizzatore a Quero: perché no? Prosegue il dibattito legato
all’ipotesi di un termovalorizzatore in Valbelluna. Il cittadino di
Santa Giustina, A. P., si schiera a favore della proposta del sindaco
Bruno Zanolla. «Questa proposta potrebbe essere sensata a determinate
condizioni, ad esempio che i rifiuti prodotti dalla Provincia siano
sufficienti al regolare funzionamento dell’impianto. Dell’inceneritore
o termovalorizzatore per i rifiuti del bellunese è da molto che se ne
parla. Ormai è appurato che in Val Belluna non si può fare a causa del
fenomeno dell’inversione termica che schiaccia l’aria della valle
impedendo ai fumi di disperdersi nell’atmosfera. Bisognerebbe farlo in
quota, ad esempio al passo di San Boldo o in un luogo simile. Anche la
zona di Cordele (ex discarica) con una ciminiera di qualche centinaio
di metri potrebbe essere adatta. Motivi logistici di trasporto dei
rifiuti da incenerire e di costi dell’impianto però sconsigliano tali
realizzazioni. Altra soluzione sarebbe di costruirlo in luogo ben
ventilato in modo che i venti disperdano i fumi e le sostanze tossiche
inevitabilmente prodotti dalla combustione dei rifiuti. Le località
ben ventilate della Val Belluna sono note a tutti e sono la zona di
Ponte nelle Alpi e quella di Quero. Fa piacere la sensibilità
dimostrata dal sindaco di Quero e dai suoi concittadini riguardo a
questo problema. Questa sensibilità sta a significare che non
sarebbero contrari alla costruzione di un termovalorizzatore nel loro
territorio».
DALLA PROVINCIA
«Nessuna barzelletta»
l’assessore Pison
replica al sindaco
Bruno Zanolla
Mercoledì 31 Dicembre 2008,
Belluno
Quale barzelletta! La raccolta porta a porta è una cosa seria e
fa anche risparmiare. E se tutti seguissero l’esempio di Ponte nelle
Alpi non servirebbero alla provincia di Belluno né inceneritori né
nuove discariche.
L’assessore provinciale all’ambiente Giuseppe Pison, con tanto
di dati Arpav alla mano, replica alle affermazioni del sindaco di
Quero, Bruno Zanolla, che auspicava giorni fa su queste pagine la
realizzazione di un inceneritore nel Bellunese.
«Se si consulta con attenzione la recente pubblicazione
dell’Arpav e della Regione Veneto sulla “Produzione e gestione dei
rifiuti nel Veneto” negli anni 2006-2007 – spiega Pison – si noterà
come nel Veneto su 581 comuni ben 415 adottino il sistema “porta a
porta”; mentre il costo medio pro capite a livello regionale, nel
2007, era pari a 115,43 euro, i sistemi domiciliari “porta a porta”
nel Veneto hanno un costo nel 2007 che varia fra 85 e 90 euro per
abitante all’anno; risulta che nel Veneto il “porta a porta” è meno
costoso dei metodi tradizionali di raccolta stradale (85 contro 100
euro)».
«Non è vera l’affermazione secondo cui i termovalorizzatori
consentono un risparmio del 50 per cento sulle bollette oltre al
ritorno in termini energetici – continua Pison -. Sempre dalla
pubblicazione Arpav si evince che il costo di conferimento dei rifiuti
in discarica è pari a circa 85 euro per tonnellata, e che il costo
medio di conferimento dei rifiuti agli inceneritori è pari a circa 115
euro per tonnellata; se a tale costo aggiungiamo i costi relativi ai
pretrattamenti obbligatori e i contributi che vengono versati ai
Comuni sede di impianto, si raggiungono le cifre richieste per
conferire i rifiuti a Maserot. Sulla gestione dei rifiuti in
provincia, se tutti i Comuni raggiungessero i risultati pari a
conferimenti pro capite intorno a 100 kg/ab anno, dovremmo smaltire
per l’intera provincia circa 20mila t/anno di rifiuti, se invece si
applicasse ovunque il “porta a porta” come a Ponte nelle Alpi, che
conferisce circa 30 kg/ab anno, avremmo la necessità di smaltire meno
di 10mila t/anno».
Andrea Dassie
Martedì 30 Dicembre 2008,
Altro che inceneritore: per risparmiare occorre la raccolta
differenziata porta a porta. Ne sono convinti i rappresentanti del
comitato Prà Gras, che, in alternativa a quanto affermato negli ultimi
giorni dal sindaco di Quero, Bruno Zanolla, che invocherebbe a gran
voce la realizzazione di un inceneritore nel Feltrino, rispondono che
«sono altre le metodologie che portano ad un risparmio complessivo: la
raccolta porta a porta e la differenziata spinta. Questo è assodato ed
esistono realtà che lo provano». «In termini economici – sostiene il
comitato Prà Gras – non conviene bruciare in presenza di una raccolta
differenziata, perché: il legno può essere venduto alle aziende per
farne truciolato; il riciclaggio della carta rende più dell’energia
che se ne può ricavare; il riciclaggio della plastica è conveniente
(come dimostrato dal centro di riciclo di Vedelago). La raccolta
differenziata può arrivare al 70 %, il 30 % rimanente può ridursi al
15-20 % dopo la “bioessicazione”. Una quantità che è inferiore o
equivale agli scarti degli inceneritori. Ma si tratta di materiali
inerti e non tossici con minori spese di gestione ed impatti
ambientali sanitari». «Non è vero inoltre – replicano a Zanolla i
rappresentanti del comitato – che un inceneritore massimizza il suo
rendimento quando alla base c’è un’ottima raccolta differenziata. Tale
raccolta differenziata è in contrasto con l’uso degli inceneritori
perché se la differenziata fosse superiore al 60 % circa gli
inceneritori faticherebbero a funzionare. Comprare rifiuti per farli
funzionare non ci sembra la soluzione ideale. È realtà che gli
inceneritori inquinano».