LA GUERRA IN CASA!

 

LA
GUERRA E’ IN CASA!

E’ di
questi giorni l’allucinante notizia delle operazioni militari in
Cadore di soldati americani (della 173esima brigata
paracadutisti U.S. Army) e italiani (del 7° reggimento Alpini,
dell’8° reggimento Cividale e 17 parà carabinieri del Tuscania).
I militari hanno operato in Val D’Oten ed hanno alloggiato nella
caserma Calvi di Tai. Lunedi 26/10 sono stati ricevuti e riveriti dal
sindaco di Calalzo. Un assessore provinciale ha esultato per la
sicurezza che porteranno…

Ma la
cosa ancora più agghiacciante è questa: secondo i giornali poche
settimane fa a far visita alla struttura sono arrivati alcuni
ufficiali dell’Esercito Italiano e di quello statunitense, che
hanno perlustrato in lungo e in largo la caserma, trovandola idonea
per la concretizzazione di un progetto che dovrebbe portare alla
costituzione nella caserma cadorina di un distaccamento permanente di
marines!! Lo scopo di questa operazione sarebbe quello di costituire
un centro di addestramento per le truppe impiegate in Afganistan, che
avrebbero trovato in Cadore il luogo ideale per questa loro esigenza.
Dalla caserma Calvi, infatti, i militari si muoverebbero tutti i
giorni per raggiungere, sulle montagne, i luoghi prescelti per
l’addestramento e anche il poligono della val d’Oten.

Forse
qualcuno vuole abituarci a piccole dosi alla convivenza con militari
ed esercitazioni di reggimenti (americani o italiani non importa,
l’obbiettivo è lo stesso: fare la guerra!) che si preparano ad
andare in Afganistan, in Iraq o prossimamente in Africa, a seminare
morte in operazioni che più nessuno, neanche il ministro della
guerra la russa, definisce “di pace”.

I
militari sono lì per favorire gli interessi di governi,
multinazionali occidentali e il business delle armi e l’unica
democrazia che sono riusciti ad instaurare è stata quella della
corruzione e dell’omofobia del governo afgano (vogliamo ricordare la
recente legge che legalizza lo stupro della moglie da parte del
marito?).


Mentre
i militari morti vengono usati per rinvigorire la retorica
nazionalista, poche parole vengono spese per le migliaia di civili
assassinati ogni anno da operazioni, “fuoco amico”, “errori”
di uomini e macchine (come i DRONI: aerei da guerra senza pilota!).


La
tranquilla acquiescenza con cui (a parte pochi casi) in provincia si
apprendono queste notizie è impressionante: è tempo di prendere
posizione contro l’utilizzo di questi territori, di ogni territorio,
per la preparazione di operazioni che semineranno morte e
disperazione. Di unire a ciò un ragionamento sul sistema che produce
la guerra, la paranoia securitaria, le ronde e i militari per le
strade, il razzismo e i suoi lager, le nocività e i suoi veleni, i
disastri sociali. Ed immaginare la conseguente opposizione!

Per
parlare di questo vi invitiamo a partecipare

SABATO
14/11 dalle 15:30 in Largo Castaldi a Feltre ad un

RisiKoQuotidiano!

CONTRO
LA GUERRA, LE NOCIVITÀ E IL MONDO CHE LE PRODUCE!

                                                                                            desideranti

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DAL CADORE ALL’AFGHANISTAN: LA GUERRA PATRIMONIO DELL’UNESCO…

Per una decina di giorni in Cadore soldati americani (della 173esima brigata
paracadutisti U.S. Army) e italiani (del 7° reggimento Alpini,
dell’8° reggimento Cividale e 17 parà carabinieri del Tuscania) hanno condotto esercitazioni militari in preparazione di missioni in Afghanistan.
I militari hanno operato in Val D’Oten ed hanno alloggiato nella
caserma Calvi di Tai. La cosa ancora più pesante è che

secondo
i giornali
poche settimane fa a far visita alla struttura sono
arrivati alcuni ufficiali dell’Esercito Italiano e di quello
statunitense, che hanno perlustrato in lungo e in largo la caserma,
trovandola idonea per la concretizzazione di un progetto che dovrebbe
portare alla costituzione nella caserma cadorina di un distaccamento
permanente di marines!! Lo scopo di questa operazione sarebbe quello
di costituire un centro di addestramento per le truppe impiegate in
Afganistan, che avrebbero trovato in Cadore il luogo ideale per
questa loro esigenza.

 

Rambo in Cadore a scuola da Alpini e Parà

Belluno. Marines, prove di guerra in Cadore: scoppia la polemica

e un bell’articolo su quello che combinano e quello che usano i nostri eroi…

I parà USA di Vicenza in Afghanistan. Con blindati e velivoli senza pilota

PER ALTRI CONTRIBUTI ANTIMILITARISTI CLICCA QUI

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Tn] I rifiuti e il loro mondo. Per una critica della produzione industriale

6 TESI CONTRO L’INCENERITORE

  1. L’inceneritore non risolve il problema dei
    rifiuti. Come noto, esso produce, al termine del processo di
    incenerimento, un 30% di residuo tossico da mettere in discariche
    specializzate la cui scadenza è di circa dieci anni. L’attuale livello
    della raccolta differenziata in Trentino permette già – anche a
    prescindere dai possibili riutilizzi di parte del materiale di scarto –
    di avere un residuo equivalente non tossico. Non risolvendo affatto,
    dunque, il problema delle discariche, l’inceneritore emette numerose
    sostanze e nanoparticelle altamente nocive per l’ambiente, gli animali
    e l’uomo. Raccolta differenziata e inceneritore si escludono a vicenda.
    L’inceneritore favorisce la produzione di rifiuti (soprattutto plastica
    e carta) senza i quali smetterebbe di essere redditizio.
  2. Dellai, Andreatta e soci non sostengono la
    necessità dell’inceneritore per una sorta di chiusura ideologica
    impermeabile agli argomenti critici, ma per interesse. L’inceneritore è
    un grande affare, sia per chi lo costruisce sia per chi si arricchisce
    facendolo funzionare. Non a caso una quota di Dolomiti Energia è
    posseduta dalla AeM, che gestisce l’inceneritore di Brescia. UPT e PD
    sono a livello locale il comitato d’affari degli industriali
    inceneritoristi. Il balletto di opinioni è solo fumo negli occhi.
  3. L’opposizione di PDL e Lega all’inceneritore è
    opportunista e strumentale. Questi partiti hanno permesso agli
    inceneritori di pullulare in moltissimi comuni, province e regioni da
    loro amministrati. Non solo. Quando la popolazione campana, stremata da
    inquinamento e malattie, si è opposta alla costruzione di nuovi
    inceneritori e megadiscariche, questi partiti al governo hanno inviato
    le forze dell’ordine e persino l’esercito per reprimere le proteste.
    Offrire sponda politica a simili imbroglioni patentati è stupido e
    opportunista. Il centrosinistra, dal canto suo, è riuscito nell’impresa
    davvero notevole di permettere a PDL e Lega di presentarsi come
    paladini della salute della gente. Visto il populismo razzista delle
    camice verdi, ci mancava anche questa…
  4. La nostra fiducia nelle beghe e nelle
    contraddizioni di palazzo è pari a zero. Solo la mobilitazione dal
    basso può impedire in modo duraturo il progetto dell’inceneritore. Una
    mobilitazione che dimostri nei fatti che la salute e la dignità della
    gente valgono di più dei profitti di pochi. In questa mobilitazione, da
    costruire paese per paese con rapporti diretti e libere assemblee, noi
    saremo al nostro posto: davanti alle ruspe.
  5. Affermare che le alternative all’inceneritore
    esistono fin d’ora secondo noi non basta. Non si tratta solo di
    criticare un certo modo di gestire i rifiuti, ma di mettere in
    discussione l’intero sistema della produzione (e del consumo). Cosa,
    come, perché produrre: queste sono le domande non più eludibili. Non ci
    sono soluzioni tecniche a un problema sociale.
  6. Diciamo questo non per una sorta di massimalismo
    compiaciuto, ma perché l’attacco radicale alla terra e alla nostra
    autonomia di donne e di uomini non permette più palliativi né
    compromessi. Vogliamo parlare di TAV, di installazioni militari, di
    impianti di risalita, di OGM o, più semplicemente, di Monte Zaccon?

Cerchiamo di costruire già nelle lotte e nei rapporti che queste creano il mondo per cui ci battiamo.

gli e le assillanti

Per approfondire i problemi qui accennati
vi invitiamo a due incontri con alcuni partecipanti all’Assemblea
contro le nocività di Napoli:

MERCOLEDI’  28 OTTOBRE, ORE 18,00: “Rifiuti, proteste, militarizzazione. Il caso della Campania”.

GIOVEDI’  29 OTTOBRE, ORE 18,00: “I rifiuti e il loro mondo. Per una critica della produzione industriale”.

Gli incontri, inizialmente previsti all’Assillo occupato, si terranno alla facoltà di Sociologia

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MANIFESTAZIONE NO TAV SABATO 21 NOVEMBRE Trento, piazza Dante, ore 14,30

La
partita sulla nuova ferrovia del Brennero non è chiusa.

Tutti
ormai conoscono i disastri che l’opera provocherebbe.

E
tutti sanno che essa non corrisponde agli obiettivi dichiarati.

Non
vogliamo subire le imposizioni della Provincia di Trento.

Una
mobilitazione dal basso può fermare quest’opera.

Ne
va del nostro futuro, della nostra terra, della nostra salute, della
nostra dignità.

MANIFESTAZIONE
NO TAV

SABATO
21 NOVEMBRE

Trento,
piazza Dante, ore 14,30

Comitati
e gruppi NO TAV del Trentino

 

*SERATE SUL TAV DEL BRENNERO IN VISTA DELLA MANIFESTAZIONE DEL 21 NOVEMBRE A TRENTO*
*MERCOLEDÌ 28 OTTOBRE *
ORE 20,30, SALA DELLA CIRCOSCRIZIONE
*MATTARELLO*
*organizza lo Spazio Aperto NO Inceneritore NO TAV*
*GIOVEDÌ 29 OTTOBRE*
ORE 20,30, SALA CIVICA
*NAVE SAN FELICE*
*organizza lo Spazio Aperto NO Inceneritore NO TAV*
*GIOVEDÌ 5 NOVEMBRE*
ORE 20,30, SALA ANZIANI (VIA S. GIOVANNI)
*BESENELLO*
*organizza l’Associazione Tutela del Territorio (Ala) *

*MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE*
ORE 20,30, AUDITORIUM CASSA RURALE
*ALA*
*organizza l’Associazione Tutela del Territorio*

*GIOVEDÌ 12 NOVEMBRE*
ORE 20,30, SALA SOCIALE (VIA S. ROMEDIO 4)
*MARCO*
*organizza il comitato delle mamme NO TAV *
Nel corso delle serate verrà proiettato un filmato sul problema dell’acqua
legato ai grandi scavi (dal Sudtirolo al Mugello)

 

 

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ACQUA BENE COMUNE… PUBBLICO?

Disse
un saggio all’assemblea:
“”Bene”
è un concetto economico, che sa di schei… l’acqua è acqua, è
troppo importante, deve essere fruibile liberamente, deve scorrere,
non servono definizioni ad effetto!”

La
recente campagna nazionale ACQUA BENE COMUNE, al di la dei buoni
propositi del nome, nell’affrontare il micidiale problema della
mercificazione di una delle più importanti componenti della vita,
pone la scelta tra due modi di gestire quello che definisce un
“bene”: quello privato, che prevede la messa a valore dell’acqua
(guadagnare dei soldi dalla sua gestione) e quello pubblico, cioè
affidarne il controllo ad un ente pubblico (un’amministrazione
comunale, una provincia… lo Stato), schierandosi nettamente con
quest’ultima opzione. Nella scelta tra questo fuorviante binomio
(pubblico/privato) si escludono di fatto le possibili “altre”
opzioni di rapportarsi con ciò che pomposamente viene definito il
“comune”.

Magari
si da la gestione dell’acqua a un Comune (inteso come municipio) o a
una provincia che poi è d’accordo con la costruzione di un
inceneritore o di un’autostrada… Ad esempio troviamo nel sito
nazionale della campagna l’adesione del comune di Trichiana, il cui
sindaco uscente reclamava a gran voce l’inceneritore!

Certo
si può dire: intanto facciamo la legge sull’acqua, poi (o
parallelamente) affrontiamo le altre contraddizioni. Ma se il metodo
è sempre quello di muoversi in maniera “istituzionale”,
riferendoci allo stato o alle sue ramificazioni, sperando in un
governo
migliore del territorio o di quelli che vengono chiamati “i beni
comuni” attraverso “leggi giuste”, beh: auguri! Anche la
costituzione o la dichiarazione dei diritti dell’uomo garantiscono in
linea teorica tante belle cose… A meno che l’obiettivo di lungo
termine non sia quello di proporsi come amministratori per governare
(si badi bene: non autogestire) in prima persona il “comune”.

Visto
che ciò non è assolutamente nei nostri piani, vediamo come pura
illusione combattere i processi di privatizzazione e messa a profitto
dell’acqua (come di ogni centimetro di mondo e di ogni istante di
vita) opponendo una qualche gestione pubblica. Interessi privati e
istituzioni politiche sono legati indissolubilmente, fanno affari
assieme, difendono e diffondono lo stesso sistema. L’ex giunta
provinciale bellunese, di centrosx (composta tra gli altri da
rifondaroli e komunisti italiani…) andò fieramente alla battaglia
dell’acqua, salvo poi concedere autorizzazioni a fonderie velenose
(Metalba a fortogna, SAPA a Feltre) ed essere pro autostrada!

Crediamo
invece fondamentale unire all’approfondimento sul sistema delle
nocività (e di chi le promuove) una critica radicale del mondo dello
sfruttamento su tutto e tutti/e, critica che deve esplicitarsi poi
nelle modalità con cui la pratichiamo (coerenza dei mezzi coi fini).
La questione acqua non va affrontata
settorialmente,
ma il suo sfruttamento deve essere inquadrato nel sistema
industriale/produttivo e sociale in cui viviamo, che per riprodursi
pretende e impone esagerati consumi di merce ed energia, di enormi
quantitativi di acqua per l’agricoltura industriale/pesticida, ecc.
Quindi andrebbero criticati esplicitamente anche i nostri stessi
stili di vita, di consumo, di alimentarci… il mondo in cui viviamo:
il capitalismo. E per questo non basta una legge, un distretto
biologico o i pannelli solari.

Cerchiamo
poi di guardarci attorno con curiosità, per vedere se esistono
possibili scenari che si pongano altrove dal fuorviante dilemma
pubblico o privato, che favoriscano l’autocoinvolgimento diretto
delle persone. Per quanto riguarda il discorso dell’acqua c’è da
guardare con interesse l’esempio relativamente vicino della
Cooperativa acqua potabile di San Michele di Appiano (BZ) che dal
1946 gestisce l’acqua di questa frazione. La Cooperativa è su base
volontaria, non ha sede, impiegati o amministratori retribuiti,
l’unico
professionista
è il fontaniere che cura la manutenzione ordinaria degli impianti.
Gli utenti diventano soci della coop. e l’interesse in comune è di
curare l’acquedotto del paese attraverso riunioni e attenzioni
quotidiane. Un esempio analogo è quello del Consorzio acque libere
di Mezzana e Montaldo nel biellese, 34 cooperative che da sempre
(alcune da 100 anni) gestiscono l’acquedotto delle loro frazioni.
L’invasività di leggi e burocrazie di stato ed enti locali (il
Pubblico…) ne mina fortemente la possibilità di esistere senza
snaturarsi. Queste non sono certo ipotesi “rivoluzionarie”, sono
per forza di cose “compatibili”, ma rappresentano comunque
esperienze da guardare con interesse, per la loro discontinuità con
le pratiche ufficiali (non sono ne pubbliche ne private, sono altro).

Esistono
poi le infinite possibilità che le persone hanno di
autodeterminarsi, di decidere direttamente della gestione dei propri
bisogni, delle risorse fondamentali per la vita su questo pianeta
(come l’acqua) in maniera né speculativa né delegata, orizzontale,
rispettosa delle esigenze di tutto e di tutti, che metta in gioco
menti e corpi… autogestita. Esiste il desiderio di rompere la
continuità/contiguità con il sistema micidiale in cui viviamo:
quello che ha portato al falso binomio
privatizzazione/pubblicizzazione, al consumo e alla delega, entrambe
facce della stesso meccanismo che azzera l’autonomia reale degli
individui.

Ma
questa voglia si ha o non si ha…

BAL
DESIR, feltre

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LA MELA ROSA

Da un anno un insieme di singolarità ha avviato un progetto di mappatura autogestita dei siti nocivi del territorio dolomitico e limitrofi. Per la creazione di una rete tra singolarità cooperanti capace di sviluppare lotte e azioni mirate a liberare il territorio dalla nocività su persone, animali, cose e ambiente.
Padroni di niente, servi di nessuno, Dolomiti Toxic Tour non fa riferimento a nessun collettivo, comitato o gruppo… Dolomiti Toxic Tour non si rappresenta, si fa, è un’attitudine… si ha!
Un melificio agroindustriale e un sindaco con la coda di paglia stanno cercando in tutti i modi di oscurare Dolomiti Toxic Tour…potrebbero anche riuscirci…c’est la vie!
Se il problema è salvare le apparenze e fare a finta che i luoghi in cui abitiamo siano verdi, incontaminati e privi di contraddizioni…buona fortuna!
Possono oscurare un sito, possono tapparci gli occhi, ma sentiremo sempre la puzza delle acciaierie, delle fonderie, delle discariche, degli inceneritori, dei pesticidi, sentiremo il rumore delle trivellazioni (TAV), delle cave, degli sbancamenti, delle autostrade, della costruzione di nuove basi di guerra… sentiremo il fetore del mondo in cui viviamo e che vogliamo spaccare.
Per chiarire: sappiamo che la LEGGE è dalla loro parte. Sono state raccolte firme contro tutte le nocività possibili, sono stati fatti carotaggi e analisi dagli esiti inequivocabili, i protocolli blablabla di melinda sono rispettati, eppure nulla cambia.

Tenetevi la vostra democrazia, noi cerchiamo qualcos’altro!

Dolomiti Toxic Tour

Posted in cos'è il progetto dolomititoxictour | 2 Comments

Documentazione essenziale NO TAV Kein BBT

 LA DOCUMENTAZIONE COMPLETA E AGGIORNATA LA TROVI QUI

Come appartenenti ai Comitati NO TAV Kein BBT dell’Alto Adige e del Trentino stiamo lavorando
da alcuni anni ad una documentazione che vuole portare riflessioni e informazioni critiche sulla
problematica del trasporto delle merci attraverso il nostro territorio, con riferimento al progetto
per la nuova linea ferroviaria del Brennero. La nostra documentazione é disponibile per tutti gli
interessati e per facilitare l´accesso a tali documenti vi chiediamo di pubblicare la documentazione
essenziale per introdurre l’argomento.

La documentazione da noi raccolta e/o prodotta comprende tra l’altro:
il dossier aggiornato al  30.11.2008
lo schema dei costi della nuova ferrovia alta capacità Brennero Verona

le nostre presentazioni (aggiornate regolarmente), nomi files:
NO TAV Brennero-Verona Prov TN Prog 2009 Nord.pdf
Nuova linea Brennero Verona PROV BZ Sintesi progetto 2008-11-30.pdf
Nuova linea Brennero Verona Prov TN Prog 2009 Impatti.pdf
Nuova linea Brennero Verona Prov TN Prog 2009 TN RV Sud.pdf
Nuova linea Brennero Verona Un Treno ad Alta Voracità 2009-05-27.pdf
le presentazioni di altri autori:
CICCONI 6-9-2008 Bressanone Accademia Cusano.pdf
FEDERICI Analisi termodinamica sistemi trasporto 2005-12-10.pdf
Galleria base Brennero presentazione di BBT-Se 04-06 IT e DE.pdf
Wisthaler Armin Nocività A22 2008-09-25.pdf

Tutti i nostri documenti possono essere pubblicati, difusi, copiati citando semplicemente la fonte.
Tutti i documenti riportano gli autori.Tutti i documenti sono in formato PDF.

Posted in no tav | 2 Comments

PRIMO SCARRUCOLAMENTO SULLA ROTTA DELLA FUSIONE PER LE SOCIETA’ IMPIANTISTICHE DI SAN MARTINO

RICEVIAMO DAL PRIMIERO

Potrebbe somigliare
all’epilogo d’una vicenda ostinatamente contorta quello che
contraddistingue l’ultimo clamoroso episodio che ha rigettato
nell’oscurità e nel dubbio la resurrezione delle Società
Impiantistiche di S. Martino di Castrozza (e Passo Rolle).

Dopo un recente passato
che ha trasmesso in diretta o sulle cronache dei giornali
rocambolesche avventure… ecco che si era profilato finalmente uno
scenario “promettente”. Escluso il passaggio di qualsiasi tipo
d’impianto attraverso la Riserva Integrale di Colbricon (per ovvi,
sacrosanti motivi!), dimesso con scarsi applausi lo zoppicante
Consiglio d’Amministrazione di “Rosalpina”, viene affidato ad
uno stimato precettore nell’azione finanziaria (giustamente super
partes) l’arduo, delicatissimo compito della Fusione e
Rifondazione delle Società Rosalpina e Siati, da anni seriamente
traballanti.

Dopo il tracollo nel
tentativo di valicare i laghetti di Colbricon e la beffa dei
contributi tra le Categorie di valle, dopo le efferate battaglie in
alleanza con Tognola moribonda, altro, per il comparto sciistico, non
rimaneva da fare.

Per noi che, bene o male,
in trincea in prima linea, o nelle sale riunioni, presso i Consigli
Comunali o lungo le vie del paese ci siamo per anni ed anni
preoccupati di evitare disastri avevamo finalmente cominciato a
pensare in positivo.
Continue reading

Posted in Impianto di collegamento "San Martino di Castrozza - Passo Rolle" | Comments Off on PRIMO SCARRUCOLAMENTO SULLA ROTTA DELLA FUSIONE PER LE SOCIETA’ IMPIANTISTICHE DI SAN MARTINO

IMPORTANTE APPUNTAMENTO NO TAV

 

MERCOLEDI’ 9 SETTEMBRE, ORE 19,00, A ROVERETO

Il presidente della Provincia Dellai e il responsabile tecnico
del progetto TAV in Trentino De Col saranno presenti al consiglio
comunale di Rovereto dedicato all’Alta Velocità/Alta
Capacità ferroviaria. Il consiglio dovrà infatti
esprimere il proprio parere rispetto al progetto (tra l’altro una
mozione votata all’unanimità dalla circoscrizione di Marco
chiede ai consiglieri di respingere compatti il TAV). E’ importante
intervenire in tanti per ribadire un NO chiaro e fermo a quest’opera
inutile e devastante. Ultima in ordine di tempo la figuraccia che
Pacher e De Col hanno fatto alla serata pubblica di Ala (il 29 agosto
scorso), in cui hanno raccolto solo contrarietà all’opera e
nemmanco un applauso, l’opposizione al TAV sta crescendo paese per
paese. Domani saranno presenti anche numerosi abitanti di Marco ad
esprimere il loro, il nostro NO.
Fate girare la voce.

spazio aperto NO Inceneritore NO TAV

Posted in no tav | Comments Off on IMPORTANTE APPUNTAMENTO NO TAV

Vigneti esauriti nel Trevigiano Il prosecco sbarca in Valbelluna

Belluno, clima mite e prezzi stracciati. La produzione vola al 26%

dal corriere veneto 4/9/09

BELLUNO — In provincia di
Belluno il rilancio dell’agricoltu­ra punta sulla produzione del vi­no.
Il clima mite e i prezzi strac­ciati degli appezzamenti hanno reso in
questi anni la Valbelluna una zona molto appetibile, so­prattutto per i
coltivatori prove­nienti da fuori. Ma si recuperano anche i vigneti
autoctoni, quelli abbandonati dopo l’emigrazio­ne del secolo scorso, e
qualcuno sta già producendo in bottiglia con il marchio Igp delle
Dolomi­ti. A confermarlo sono i dati dif­fusi da Veneto Agricoltura. Le
previsioni vendemmiali per il Triveneto vedono, infatti, il Bel­lunese
in testa con un vero e pro­prio exploit: secondo le stime, i quintali
di uva raccolta passeran­no dai 579 del 2008 ai 732 del 2009 con un
aumento del 26,42%, un boom dovuto anche alle nuove superfici vitate
entra­te in produzione nel 2009. Nu­meri ancora molto bassi rispetto
alle altre province venete, ma che non sono passati inosservati tra gli
addetti ai lavori. Ed è già braccio di ferro tra le piccole
coo­perative e i grandi produttori. «In quest’ultimo anno e mez­zo – ha
spiegato Mauro Alpagot­ti, presidente provinciale della Confederazione
italiana agricol­tori – c’è stato un forte interessa­mento alla zona
Pedemontana anche di aziende medio grandi. In primis c’è un discorso
legato al cambiamento climatico: la temperatura anche in provincia di
Belluno, si è alzata parec­chio ». E nei campi dove, fino a poco tempo
fa, si seminavano solo patate ora ci si può piantare anche le viti. E
poi c’è un discor­so legato ai prezzi delle superfi­ci. «Da noi – ha
continuato Alpa­gotti – c’è un rapporto di uno a dieci rispetto alle
zone vocate del Trevigiano. La saturazione delle zone coltivabili,
infine, spinge i produttori a cercare ter­reni altrove, soprattutto per
la produzione del prosecco». Tutti fattori che favoriscono i nuovi
in­sediamenti e quindi anche il ri­lancio dell’agricoltura nel
Bellu­nese, ma su cui non mancano le preoccupazioni. Al momento la
dimensione degli appezzamenti dei vitigni vanno dai 5 mila me­tri fino
ai 3 ettari e mezzo. Azien­de perlopiù medio piccole, an­che se alcune
cantine di un certo spessore hanno già fiutato l’affa­re e vorrebbero
insediarsi con estensioni superiori ai 20 ettari. Continue reading

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