dal gazzettino del 29/10/08


VAS La giunta provinciale ha inviato una richiesta alla Regione
affinché revochi la concessione alla Telve Rigo. Preoccupazione dopo i
due recenti distacchi di massi
«Miniera troppo pericolosa, deve essere chiusa»

Una relazione evidenzia la fragilità dei versanti. Sotto accusa anche
«la scarsa sorveglianza da parte dei responsabili del cantiere»
Vas

«La
concessione per lo sfruttamento della miniera di Scalon deve essere
revocata e il suo ampliamento negato». Sono queste le parole chiave
della lettera che la Giunta provinciale su proposta dell’assessore
all’ambiente Giuseppe Pison ha inviato alla Regione Veneto e, in
particolare, al presidente Giancarlo Galan, all’assessore Renato Chisso
e ai vari uffici competenti. Pison aveva già annunciato la sua
intenzione di non soprassedere ai fatti all’indomani della rovinosa
caduta a valle di due enormi massi arrivati fin sulla strada
provinciale "Madonna del Piave". Così, dopo aver incaricato il suo
ufficio competente nello specifico sul controllo di miniere e cave di
preparare una relazione dettagliata su tutti gli incidenti accaduti
dall’apertura del sito, ora l’assessore provinciale con alla mano una
relazione tecnica redatta dal Servizio Geologico Provinciale fa la voce
grossa e chiede la revoca della concessione mettendo in forse il futuro
dell’attività. Questo perché non sono solo gli incidenti accaduti a
rendere inaccettabile per la Provincia la miniera di Scalon «ma – come
aveva sottolineato in una precedente intervista Pison – lo sfregio
ambientale, il pessimo biglietto da visita che costituisce per la
nostra bella Provincia, la collocazione su di un pendio particolarmente
ripido e il fatto di trovarsi a precipizio su una strada molto
trafficata e in curva. Se non interveniamo – si era premurato di
aggiungere Pison – prima o poi ci scappa il morto e allora vorrò vedere
chi se ne prenderà la responsabilità».Nella relazione allegata alla
richiesta è citata una caduta di sassi scoperta a seguito di
sopralluoghi della vigilanza provinciale ma non segnalata dalla ditta.
«Questo – si legge nella relazione – testimonia la scarsa sorveglianza
interna messa in atto dai responsabili del cantiere». Si citano anche i
«vari infortuni, fortunatamente non gravi, che denotano un’oggettiva
difficoltà di gestire in modo totalmente sicuro i lavori estrattivi in
quel contesto». La relazione descrive nei dettagli anche l’episodio del
1 ottobre scorso quando due grossi blocchi di roccia calcarea di 4 e di
6 metri cubi, dopo essere stati tagliati da un blocco subaffiorante,
sono rotolati a valle. «Solo condizioni fortuite – si legge – hanno
impedito ad altre 2 masse rocciose di precipitare e che nessun
autoveicolo restasse coinvolto». Il sindaco di Vas Andrea Biasiotto
conferma la linea del Comune «che ha tutto l’interesse economico che i
lavori vadano avanti ma, ovviamente, solo se ci sono i presupposti per
la sicurezza. Pertanto – conclude Biasiotto – essendo la Provincia
responsabile della sicurezza, prendiamo atto della richiesta formulata
e, ovviamente, attendiamo le decisioni della Regione».

Fulvio Mondin

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