AGGIORNAMENTI SULL’ECOMAFIA TRENTINA

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La Valsugana
non è una pattumiera
 
dal quotidiano l’Adige 14/12/2008
 
Così la Provincia si fa male, oltre a fare del
male alla comunità. Molti sospettano, da tempo, soprattutto in
Valsugana, che i controlli dell’Appa sugli inquinanti non siano
credibili. Molti pensano che siano pochi, ridicolmente pochi i
controlli sui fumi delle acciaierie di Borgo. Proprio quell’impianto
che crea tanti dubbi, timori anche, in una parte non secondaria della
popolazione.  E cosa dire di quell’impianto di biocompostaggio di
Novaledo, e di quel «bolo» che venne di fatto seminato nelle campagne
di Valsugana? Ma lasciamo la Valsugana: sono sufficientemente calibrati
i controlli sui veleni sparsi nei meleti e la loro presenza in parchi
pubblici, case private, tra la gente insomma, in val di Non? Molti non
si fidano più dell’Appa e di tutte le autorità di controllo e, di
conseguenza, viene meno anche la fiducia nella difesa che la Provincia
fa della salute pubblica. Ora la storia della discarica di Monte
Zaccon. Solo l’ultimo anello. Sappiamo molto bene che la nostra società
dei consumi, quella che stiamo biocompostaggiovivendo
qui e ora, quella ricca e trentina, porta alla produzione di molti
veleni: che finiscono nell’acqua e nell’aria, che vanno a finire negli
impianti di compostaggio o nelle discariche. Sappiamo anche che sempre
meno è possibile (oltre che eticamente costituire una cosa ingiusta)
spedire quei rifiuti in Campania o in Calabria. E sempre più difficile
è mandarli anche in Africa, mentre se li mandiamo in Germania questa si
fa pagare tantissimo. Poi, certi rifiuti, come quelli che finiscono
nell’aria, immessivi dai camini delle fabbriche, non possiamo nemmeno
spedirli a nessuno.
 

CONTINUA

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