Finora la strada è stata in discesa: eliminando i pericoli
più evidenti e migliorando l’ alimentazione, l’ età media ha
continuato ad allungarsi. Ora però la lunga corsa verso il
miglioramento dello stato di benessere rischia di fermarsi sbattendo
contro il muro dell’ inquinamento.A Parma, alla conferenza promossa
dall’ Organizzazione mondiale della salute con la partecipazione di 53
paesi europei, è stato messo a fuoco un dato allarmante: almeno un
terzo delle malattie dei bambini sotto i cinque anni è dovuto a
fattori ambientali. In particolare preoccupa la crescita dei tumori
pediatrici, che in Italia hanno un tasso di incidenza più alto di
quello rilevato in Germania e Francia. «Le cause non sono ben chiare»,
spiega l’ epidemiologo Francesco Forastiere. «Tra le ipotesi che si
fanno c’ è il legame con l’ esposizione a campi elettromagnetici a
bassa frequenza, come quelli generati dagli elettrodotti, e a sostanze
chimiche come il benzene, i solventi, i pesticidi. Anche l’ azione
di un virus potrebbe contribuire a innescare l’ effetto degenerativo.
Resta il fatto che, pur parlando di numeri ridotti, dobbiamo
registrare un trend di crescita dell’ ordine del 2 per cento l’ anno».
L’ altro grande tema all’ ordine del giorno sono stati i cambiamenti
climatici. Le evidenze scientifiche dimostrano sempre più che il caos
climatico contribuisce a un aumento nella frequenza dei disastri
naturali come le ondate di calore, le inondazioni e la siccità. Dal
1990 in Europa si sono registrate più di 1.200 calamità naturali che
hanno sconvolto la vita di oltre 48 milioni di persone, causando più
di 112mila morti, per una perdita totale di circa 180 miliardi di
euro. Solo le inondazioni costiere minacciano fino a un milione e
600mila persone nell’ Unione europea e i cambiamenti climatici
rischiano di peggiorare le ineguaglianze sanitarie all’ interno dei
singoli Statie tra le nazioni. Di qui la decisione di varare un piano
di azione regionale europeo, "Protecting health in an environment
challenged by climate change", che fornisce indicazioni sui prossimi
passi da compiere stabilendo la lista delle priorità di intervento: il
settore sanitario dovrà essere in prima fila nella battaglia per
ridurre le emissioni di gas serra nel settore pubblico attraverso un
piano di razionalizzazione dell’ uso dell’ energia. È stato anche
concordato un sistema di sorveglianza basato sui sistemi precoci di
allarme e un’ adeguata preparazione sia dei servizi tecnici che dell’
opinione pubblica per gestire gli eventi climatici estremi e le
epidemie. Entro il 2020 si dovranno vedere sensibili progressi verso
gli obiettivi indicati: città a misura di bambino, lotta al fumo e
politiche sane a tavola. Serviranno anche azioni per chiudere il
divario che si sta sempre più amplificando tra Ovest ed Est dell’
Europa. Entro il 2015, inoltre, bisognerà assicurare che gli ambienti
frequentati dai bambini siano liberi dal fumo (l’ 80 per cento subisce
il fumo passivo). Gli obiettivi sono molto chiari ma i mezzi per
raggiungerli più incerti e finora la distanza tra gli annunci e le
realizzazioni è stata imbarazzante, basta pensare agli obiettivi
stabiliti a Johannesburg nel 2002e puntualmente disattesi. Per dare
concretezza alle dichiarazioni di principio, a Parma siè deciso di
istituire una task force europea composta da 4 ministri della Salute e
4 dell’ Ambiente.
– ANTONIO CIANCIULLO
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