Bollicine & pesticidi

da CARTA, Gianni Belloni
giovedì 29 aprile 2010

Con il prosecco dei colli trevigiani Luca Zaia ha brindato all’elezione a presidente della regione. Un prodotto piacevole e
di successo oltre ad essere «identitario» coma piace a Zaia, ma non proprio salutare e non solo per il contenuto alcolico.
Si pesano infatti a tonnellate le quantità di pesticida necessari a produrlo. Lo denuncia in una nota ufficiale, diramata ieri,
Gianluca Salvador, dirigente del Wwf, dopo che ha finalmente ricevuto, ottenuti grazie a ripetute denunce al difensore
civico, i dati dell’agenzia regionale per l’ambiente relativi alla vendita dei pesticidi, utilizzati soprattutto per la viticoltura
del prosecco. «Come era ampiamente previsto, sottolinea Salvador – visto il trend di vendita e le nuove superfici destinate alla coltivazione della vite, nel 2008 si è registrato un incremento significativo: nella provincia di Treviso dai 3 milioni e centomila chili del 2007 si è passati a 3 milioni e 700 mila chili nel 2008 con un incremento del 20 per cento».


Andando a spulciare tra le tipologie utilizzate si scopre che il famigerato «mancozeb» [classificato dalla UE come
«interferente endocrino», ma utilizzabile fino al 2015] mantiene il suo primato fra i fungicidi, dopo lo zolfo, e registra
vendite pari a 150 tonnellate con un incremento del 26 per cento sul 2007. Fra gli insetticidi il
più venduto, con 2.567 litri, è il clorpirifos e anche di questo l’istituto superiore della sanità ne ha accertato la
proprietà di «interferente endocrino». Fra i diserbanti troviamo tra i più venduti il composto organofosforico «glifosate»
con quasi 18mila litri: da notare che il dipartimento di salute pubblica veterinaria ha rilevato come i pesticidi della
categoria degli organofosforici (a cui appartiene oltre al glifosate anche il citato clorpirifos) e dei ditiocarbammati
(maneb, mancozeb, metiram, propineb, tiram e zineb) la capacità di alterare i meccanismi di regolazione ormonale con
possibili alterazioni nell’organismo quali perdita di memoria, depressione, insonnia e alla perdita della fertilità.
Particolarmente gravi gli effetti sulle donne in gravidanza e quindi sui feti e sui bambini in quanto possono interferire in
maniera permanente con lo sviluppo neurocomportamentale. E’ importante anche rilevare, sottolinea
Salvador, che gli effetti di questo ‘bombardamento’ di molecole artificiali sull’ambiente in generale,
molecole formate da recenti principi attivi sintetici estranei all’evoluzione degli organismi viventi. Da un nostro
calcolo empirico questi 3 milioni e 700 mila chili di pesticidi venduti – prosegue Salvador – hanno richiesto almeno dai 10
ai 12 milioni di ettolitri di acqua per miscelarli che è stata poi riversata nelle colture e quindi ritornerà in circolo
contaminando prima l’aria, le acque superficiali e poi le
falde più profonde, che stanno ricevendo ora i pesticidi percolanti dispersi anni fa».
Ancora ad agosto del 2009 il vicesindaco il Valdobbiadene, Pietro Giorgio Davì a fronte delle polemiche sull’uso dei
pesticidi annunciava: «Entro fine anno vareremo un nuovo regolamento di polizia rurale per evitare gli abusi e normare
l’utilizzo dei fitofarmaci e dei disseccanti». Dopo quasi un anno e del regolamento è rimasto solo l’annuncio.

This entry was posted in agricoltura frankenstein. Bookmark the permalink.