LE LARVE DELLO SVILUPPO: GRAZIE MELINDA!

NON SARA’ LA MELINDA FORMALMENTE, OK L’AZIENDA IN QUESTIONE SI CHIAMA “LA FELTRINA”, MA IL MODELLO AGRICOLO DELETERIO ESPORTATO E’ QUELLO…

dal corriere delle alpi 21/9/10:

CALLIARI BLA BLA BLA: «Sui meleti troppe falsità»

I VICINI DEL MELETO:

E ora c è l allarme coccinelle

il Corriere delle Alpi — 21 settembre 2010

CESIOMAGGIORE. Per molti residenti quel campo continua a essere una piccola maledizione. A preoccupare ora, in questi giorni di raccolto, è la proliferazione di alcuni insetti, come le coccinelle. Ma ci sono pure delle larve. Allarme giustificato o allarmismo?  A chiederselo sono gli stessi residenti che dal canto loro cercano le risposte dove sanno di poterle trovare con una certa velocità, a cominciare da internet. Perché il problema da queste parti sembra soprattutto di tipo comunicativo.  L’ultimo interrogativo riguarda l’aumento sensibile di insetti, visibili sulle colture a ridosso del meleto. E’ un fenomeno normale sì o no? A impensierire è la specie di coccinella, una tale “Harmonia axyridis” proveniente dall’Est e già presente in diverse zone del nord Italia dove è arrivata recentemente. Di certo, fino a qualche tempo fa questo genere di “animaletti” non faceva parte dell’ecosistema cesiolino. Per lo meno della zona nei dintorni di Calliol.  Poi ci sono gli interrogativi di sempre, a cominciare da quelli che vengono ormai chiamati – quasi amichevolmente – «spruzzi».  «I trattamenti sulle piante», affermano alcuni residenti, «sono aumentati nel periodo a ridosso del raccolto. Spruzzano anche per tutta la notte. Cominciano tardi alla sera fino alle prime luci dell’alba».  Problema accessorio è l’aumento del traffico di mezzi pesanti nella zona. Non sono tanti, ma in un ambiente come quello cesiolino, fanno la differenza. «Questo», dicono da Calliol, «è però l’ultima questione. Vogliamo sapere che aria respiriamo e cosa va a finire sui nostri campi. Abbiamo bisogno di risposte precise». (cr.ar.)
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One Response to LE LARVE DELLO SVILUPPO: GRAZIE MELINDA!

  1. dolomititoxic says:

    Mele golden e assenza di agricoltura biologica
    Mappatura del genoma, attenti al bluff
    l’Adige – 3 settembre 2010

    Una storia che si ripete puntualmente ogni qualvolta viene annunciata la decrittazione del genoma di un organismo. Si fa a gara nell’esaltare la conquista e ipotizzare ricadute straordinarie per l’ambiente, la società, la qualità della vita o quant’altro. Così è stato anche nel caso del genoma della varietà di mela Golden Delicious da parte della Fondazione Mach di S. Michele all’Adige. Si potranno ottenere in tempi rapidi nuove varietà di melo, accelerando i tempi del miglioramento genetico convenzionale e ottenendo piante che si autodifendono dalle malattie e dagli insetti e in grado di produrre frutti più salubri e gustosi.
    Il risultato è senza dubbio molto interessante sotto il profilo della conoscenza della specie e della sua filogenesi, ma quanto alle ricadute pratiche il quadro è molto più complesso e problematico. Diversamente da quanto si tende a divulgare, la sequenza genica non svela per nulla il segreto della vita. Essa non equivale ad un dizionario linguistico, come si credeva in passato quando dominava la concezione meccanicista o determinista della biologia molecolare espressa nel cosiddetto «dogma centrale», secondo il quale ad ogni gene corrisponde una proteina. La scoperta di geni che possono codificare fino a 38.000 (!) proteine diverse ha dimostrato come strutture e funzioni dell’organismo non dipendano tanto dai singoli geni, ma dal modo con cui essi sono utilizzati nel contesto di complesse reti regolatrici del genoma. Questo, infatti, non è un insieme di geni che operano isolatamente, ma un sistema, per cui cambiare un gene significa interferire con le sue reti, ciò che rende impossibile prevedere le conseguenze: un vero guazzabuglio, che sta ostacolando non poco la stessa ricerca nel campo degli Ogm! È significativo come in campo umano la mappatura del genoma, realizzata nel decennio 1990-2000, abbia sortito risultati deludenti nella cura delle malattie e in altre applicazioni pratiche.
    Riguardo alle attese riposte nella sequenziazione della mela, chi ha un minimo di conoscenze di agronomia e di ecologia sa benissimo che i caratteri quali la resistenza delle piante ai parassiti sono caratteri molto complessi, rispetto ai quali il miglioramento genetico non potrà mai essere risolutivo, come ammesso dallo stesso professor Salamini, coordinatore scientifico del progetto. Viene allora da chiedersi se non sia il caso di destinare una parte delle ingenti risorse finanziarie investite nei progetti di bioingegneria nella ricerca di forme di agricoltura più rispettose degli equilibri naturali, basate non sull’opposizione a microrganismi ed insetti, ma sulla cooperazione con essi. Ogni riferimento ad agricolture biologiche o comunque strutturate sulla valorizzazione della biodiversità, piuttosto che la distruzione, non è per nulla casuale.

    Fausto Gusmeroli
    È ricercatore del centro di studi superiori della Fondazione Fojanini di Sondrio
    e presidente della Commissione scientifica della stessa

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