dal gazzettino del 17/11/08

VAS
Dal monte della cava si sono staccate delle porzioni di pietra. Il
sindaco: «Il blocco viario è solo una precauzione, non ci sono
particolari pericoli»

Caduta sassi a Scalon: chiusa la Sinistra Piave
Dura la Provincia: «Ci sono 4-5.000 mc di roccia in movimento. Il sito va bloccato se si vuole evitare un possibile disastro»
Vas

La
strada provinciale numero 1 "della Sinistra Piave" è chiusa da ieri
mattina. Dei frammenti di roccia sono caduti dal monte che sovrasta
Scalon nel piazzale sottostante utilizzato come punto di ritrovo dei
mezzi che lavorano alla cava. Ma il rischio potrebbe essere più grave
perché, come affermano gli assessori provinciali Quinto Piol
(viabilità) e Giuseppe Pison (ambiente) «vi è un blocco di 4-5.000
metri cubi in movimento. Un dato allarmante che ci induce, per
l’ennesima volta, a chiedere la chiusura della cava».

È
stata l’azienda stessa detentrice della concessione mineraria, la Telve
Rigo-Grigolin, ad avvisare ieri in mattinata i rappresentanti di Veneto
Strade dell’avvenuto distacco di una porzione di roccia. Da parte di
quest’ultimi la decisione di chiudere l’asse viario.

La
Provincia di Belluno non va per il sottile. «Abbiamo segnalato la
pericolosità di quella cava – affermano Piol e Pison – già da tempo. Da
ultimo, circa un mese fa quando sulla strada sono caduti due massi da 4
e da 6 metri cubi, abbiamo chiesto per l’ennesima volta la chiusura del
sito che è una vera e propria minaccia per l’incolumità pubblica. Si
trova in un versante molto ripido e dal materiale incoerente e al di
sotto vede transitare una strada provinciale per di più in curva. Ci
sono tutte le caratteristiche perché l’attività invasiva della cava
possa far accadere qualche disastro. E noi non possiamo accettare che
venga messa a repentaglio l’incolumità pubblica».

«Chiediamo
la chiusura – ribadisce Piol – e se si dovesse parlare di riapertura la
si dovrebbe accettare solo con garanzie di massima ed estrema
sicurezza». Dello stesso tenore il collega Pison che ricorda che «la
Provincia si è sempre espressa contraria all’apertura di questa miniera
e nel momento in cui si parla di ampliamento, e cioè nuovi 6 milioni di
metri cubi in aggiunta agli attuali 3,5, ho sempre votato no. Dopo
l’approvazione della commissione Via il parere tocca ora alla giunta
regionale che invitiamo caldamente a negare l’accoglimento».

È
previsto per questa mattina un attento sopralluogo al quale
parteciperanno, oltre ai responsabili dell’azienda, Veneto Strade, il
Comune e la Provincia. Da parte sua il sindaco Andrea Biasiotto afferma
che «la strada è stata chiusa per precauzione alla luce del pezzo di
roccia caduta con ogni probabilità per colpa delle forti piogge che si
sono infiltrate nel monte. Al primo posto, in questi casi, vi è sempre
la sicurezza delle persone: degli utenti della strada così come dei
lavoratori della cava. È meglio un falso allarme che un allarme
mancato. Ad ogni modo per quanto riguarda la richiesta di chiusura
proposta dalla Provincia sarà da valutare con dati precisi e concreti
alla mano. Per il momento pensiamo a riorganizzare i trasporti dei
ragazzi che vanno a scuola a Feltre».

Infuriati
i gestori della pizzeria La miniera perché «nessuno ha ritenuto
opportuno avvisarci del provvedimento di chiusura della strada. Tutto
quello che abbiamo preparato per la cucina lo dovremo buttare via
perché per il locale, ovviamente, non è passato nessuno».

Raffaella Gabrieli

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One Response to dal gazzettino del 17/11/08

  1. frisco says:

    grigolin le drio cascar la gata dal quert!

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