Polveri fini, fabbriche sotto la lente

ALANO DI PIAVE Partecipato l’incontro organizzato dall’Amministrazione comunale per conoscere dall’Arpav le qualità dell’aria

Polveri fini, fabbriche sotto la lente

Il 75% delle emissioni Pm 10 derivano dagli insediamenti produttivi attivi nell’area

Venerdì 16 Gennaio 2009,

Alano FONTE IL GAZZETTINO
     

Insediamenti industriali sotto la lente di ingrandimento nel Basso Feltrino. Le emissioni provocate dalle fabbriche sono la prima causa di inquinamento da polverio fini (75%). Di fronte ad un pubblico particolarmente attento, mercoledì sera il dottor Rodolfo Bassan del dipartimento provinciale di Belluno dell’ARPAV, ha illustrato i dati relativi alle campagne di monitoraggio della qualità dell’aria eseguite ad Alano nell’estate 2007 e nell’inverno/primavera 2008. In particolare il dr Bassan ha messo a confronto la qualità dell’aria di Alano con quella della provincia di Belluno cercando di scindere e classificare i principali motivi di inquinamento. Sono così passati sotto gli occhi dei presenti dati e tabelle relativi principalmente alle polveri sottili e, più sommariamente, a benzopirene e ozono che sono i parametri critici della provincia. Sono stati monitorati anche benzene, piombo, arsenico, cadmio e nichel sempre risultati notevolmente al di sotto dei limiti di legge. La relazione si è concentrata pertanto sulle PM10 che nella campagna del 2008 ha registrato 17 superamenti dei limiti di legge con un picco massimo di 215 picogrammi/metro cubo (valore massimo ammesso 50) accaduto in uno specifico periodo in cui i dati rilevati hanno registrato per diversi giorni una sostanziosa anomalia verso l’alto. Le correlazioni con Feltre hanno comunque fatto capire che grossomodo l’andamento dei dati era sovrapponibile. Particolarmente seguita è stata la parte di relazione comprendente il confronto fra i carichi di PM10 tra Alano e il Vallone Bellunese e le relative stime di emissione (rilievi del 2006). Delle 387 tonnellate annue di PM10 prodotte nel vallone bellunese oltre 200 (51,7%) sono prodotte dal riscaldamento domestico a legna, 75 (19,4%) sono prodotte dal trasporto su strada e 70 (18,1%) dalle industrie. Ad Alano invece su 22 tonnellate di PM10 prodotte (che lo posizionano al quarto posto dopo Belluno, Feltre e Ponte nelle Alpi), quasi 16 (72,7%) risultano di provenienza industriale e 5 (22,7%) derivano dal riscaldamento domestico a legna. Al termine è stato avviato un acceso ma delicato dibattito nato dalle giustificate perplessità di chi vorrebbe che il diritto alla salute fosse messo al primo posto indipendentemente da tutto il resto. Botta e risposta anche acceso che non è mancato fra chi ha sostenuto che «a livello politico in Italia c’è una sorta di sudditanza verso le industrie» e chi (i molti rappresentanti di una grossa azienda locale) si è sentito ingiustamente preso di mira viste anche le recenti migliorie adottate negli ultimi 2 anni. Il sindaco Fabio Dal Canton si è detto «relativamente tranquillo».
      Fulvio Mondin

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