CONTINUANO I “GIOCHI” DI MORTE IN CADORE


QUESTI SI STANNO ESERCITANDO PER ANDARE AD UCCIDERE, NON VI TOCCA NEANCHE UN PO?

In Val d Oten guerra ai talebani

 CALALZO. Finite venerdì le manovre per gli alpini del 7º di Belluno e
altri reggimenti, il 5º e l’8º della Julia, per prepararsi
all’operatività in montagna in vista del possibile impiego in
Afghanistan.  La strada di accesso all’altipiano è rimasta chiusa per
oltre tre settimane, e chi voleva accedere alle strutture di Casera
Razzo e di Baita Ciampigotto, ha dovuto chiedere dei permessi che
venivano concessi solo in certe ore del giorno. Discorsco differente
per i gionalisti, che seppure non accreditati sono stati presi in
carico da alcuni ufficiali che li hanno seguiti per ore, portandoli
addirittura, dopo aver fatto indossare loro anche una tuta mimetica e
un elmetto, con un mezzo corazzato, fino sul luogo delle manovre a
fuoco. Insieme agli italiani anche un ex maggiore norvegese, che al
termine della giornata si è complimentato con l’ufficiale che lo ha
accompagnato e lo ha ringraziato per la sua disponibilità. In effetti,
pur essendo armati di tutto punto, gli accompagnatori hanno dimostrato
una gentilezza ed una preparazione nei rapporti con i visitatori
eccellente. A differenza dell’addestramento dello scorso mese in Val
D’Oten, in questa occasione sull’altopiano di Razzo si sono svolte vere
e proprie manovre militari a fuoco, che hanno rappresentato un’azione
bellica anche contro i talebani. Infatti, nella parte avversaria ai
«nostri», un gruppo di militari ha impersonato i combattenti afghani.
Oltre che reparti a terra, nelle manovre sono stati impegnati gli
elicotteri Mangusta, che si hanno sorvolato il campo si battaglia,
impegnati in voli radenti ed impressionanti per la potenza che fanno
intravvedere. Alla manovra ha dato copertura aerea l’aviazione con
degli aerei provenienti dagli aereoporti dell’Alta Italia. Tra i
militari in azione anche alcune soldatesse dei reparti alpini.
Nell’ultimo giorno di azione erano presenti in qualità di osservatori,
anche rappresentanti di altre armi: dai Carabinieri, agli Alpini,
Guardia di Finanza, all’Aviazione ed alla Marina Militare, compreso un
gruppo di ufficiali della Nato.  I movimenti delle truppe, commentati
da uno speaker, si sono svolti quasi esclusivamente tra la sella di
Razzo e quella di Ciampigotto. Un ambiente unico, che secondo il
commento degli ufficiali, è molto simile a quello dove saranno
impegnati i reparti in Afghanistan.  E «afghani» quasi veri: armati di
tromboncino lancia granate e razzi, con tantom di turbante,
passamontagna, baffoni e barbe nere e folte. Sembrava tutto vero. – Vittore Doro

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