Mercoledì 9 Dicembre 2009, dal gazzettino
La giustizia ha assolto tutti ed ora, a distanza, di quasi due anni
dall’ultimo verdetto, l’immensa discarica creata negli impianti della
ex Calce Mas, rimane lì con tutto il suo carico di veleni, in parte
sotterrati in parte contenuti in grandi sacchi che il tempo sta
devastando, facendo fuoriuscire le sostanze.
L’amministrazione comunale di Sospirolo ha chiesto alla Procura di procedere nuovamente, ma la formula ne bis in idem non
permetterà di processare un’altra volta i presunti responsabili. Ha
inoltre emanato un’altra ordinanza di bonifica nei confronti della
ditta proprietaria del sito, ma anche in questo caso non otterrà
risposta, visto che, per l’inosservanza delle due precedenti ordinanze,
il legale rappresentante della Ecogeo Srl venne assolto per non aver
commesso il fatto.
Così il Comune di Sospirolo si ritrova in
groppa una discarica da sanare, con costi che superano il milione di
euro. Toccherà al contribuente, alla fine, pagare per chi ha commesso
il danno. Una storia che, purtroppo, si ripete e di fronte alla quale
la giustizia dimostra il suo grande limite. Limite che il sindaco di
Sospirolo, Renato Moro, individua principalmente nei «tempi troppo
lunghi». Senza contare poi, prosegue Moro, prescrizioni, condoni e
tutto ciò che rende difficile attuare una vera giustizia.
«Se
solo i tempi fossero più rapidi – spiega il sindaco -, con molta
probabilità la gente non giocherebbe come fa ora. Il problema,
comunque, resta. Ed è pesante. Stiamo interessando la Regione per
vedere se è possibile ottenere dei finanziamenti. Impossibile anche
attivare una procedura d’urgenza, visto che il sito presenta dimensioni
modeste. Circa un mese fa abbiamo fatto l’ultimo sopralluogo e possiamo
comunque dire che la situazione è sotto controllo. Dalle nostre analisi
non risultano esserci materiali tossico-nocivi. Ci siamo attivati anche
con la Procura, presentando una nuova denuncia».
Secondo gli
inquirenti, che nel 2001 misero sotto sequestro l’area, nel sottosuolo
sarebbero stati trovati scarti di lavorazioni industriali, con valori
altissimi di metalli pesanti. Parte dell’area venne poi "piombata" con
un getto di cemento spesso anche un metro. Nei grandi sacchi
accatastati in più punti, c’è invece silicato bicalcico, all’epoca
proveniente da una bonifica dell’area industriale Ex Magnesio di
Bolzano. L’idea, avviata dalla società Dolomiti Calce, creata all’uopo,
era di lavorare il materiale facendone collanti per l’edilizia. Fu così
che venne preso in affitto il sito dalla Ecogeo, stoccando il materiale
incriminato. Secondo gli inquirenti quella sostanza, infatti, non
poteva essere utilizzata, essendo alcuni valori inquinanti superiori ai
parametri previsti dalla legge. Da qui l’accusa di discarica abusiva. I
carotaggi sul grande piazzale di calcestruzzo, permise invece di
accertare la presenza di materiale tossico-novico, in parte gettato
tale e quale, in parte mescolato al cemento. Da qui il pericolo, mai
allontanato, di un possibile inquinamento delle falde acquifere. Il
sospetto degli inquirenti fu che il progetto di lavorazione del
silicato bicalcico, alla fine, fosse solo una copertura per poter
smaltire rifiuti senza autorizzazione.
E ora chi pagherà per tutto questo?