LA CAVA DELLA VAL CORTELLA (ai confini tra le prov. di Trento e Belluno)

Riceviamo e pubblichiamo le foto e la significativa testimonianza di un abitante della bellissima valle del torrente Vanoi, tra il Primiero trentino e il bellunese, alle prese con questa "tipica" devastazione ambientale.

  PER VEDERE TUTTE LE FOTO CLICCAQUI

L’apertura
della cava di inerti al km 1 della s.comunale della val Cortella
risale alla primavera 2008. La durata della concessione è di otto
anni, la quantità di materiale carbonatico prelevabile di 128.000
metri cubi e l’escavazione potrà avvenire spingendo il limite di
scavo fino a 5 metri sotto l’attuale tracciato stradale.

Prevista
dal "Piano Cave" della Provincia Autonoma di Trento viene
autorizzata nell’ottobre 2006 su richiesta della ditta Eredi Grisotto
Rodolfo s.n.c. con sede a Canal S. Bovo (TN).

Trattandosi
di zona marginale e di confine con il Veneto, l’iter segue il proprio
corso senza che vengano poste obiezioni. Esistono per altro altri
siti nella val Cortella, proprio in quanto valle strategicamente
"defilata", da decenni adibiti a deposito di inerti di
varia provenienza o abbondantemente sfruttati per l’escavazione di
materiali.

Ciò che
distingue quest’ultima vicenda è che si svolge all’insaputa di chi,
seppure saltuariamente, abita le frazioni di Marsanghi e Bellotti,
sul comune di Lamon (BL). I due abitati, dopo un lungo periodo di
abbandono durato gli anni dal ’55 al ’90 del secolo scorso, hanno
lentamente e a costo di enormi sacrifici ripreso a vivere e purtroppo
si trovano sul versante opposto della valle, giusto di fronte, a
poche centinaia di metri dalla cava.

Quei
luoghi che la storia e le vicende umane avevano quasi dimenticato e
che ora stavano riprendendo vitalità, sempre più apprezzate come
oasi di silenzio e di stacco dal caos e dai rumori, si sono trovate
di fronte ad un aggressione inaspettata.

A nulla
sono valse le istanze mosse da alcuni abitanti per tentare di
intervenire prima dell’inizio lavori nè, fino ad ora, le richieste
di interessamento rivolte al Comune di Lamon ( a seguito di esposto
all’ARPAV di BL) affinchè richieda l’effettuazione di rilievi
fonometrici (inizio lavori con demolitore meccanico a partire dalle
ore 06, 50 del mattino!) al fine di stabilire perlomeno dei tempi
d’apertura del cantiere e delle soglie limite ai rumori prodotti.

Quello
che fa specie in questa vicenda è che la Provincia di Trento,
competente per quanto riguarda il sito di coltivazione della cava, ha
concesso l’autorizzazione con tutti i carismi, voltando in tutti i
sensi però le spalle alla linea di confine distante pochi metri e
trascurando totalmente la realtà transfrontaliera circostante. La
Provincia di Belluno sarebbe disponibile a dei sopralluoghi… ma è
il Comune di Lamon che dovrebbe ora farsi portavoce delle istanze
mosse.

Questa
vicenda è un esempio lampante di come le competenze di un territorio
vadano a subire i distinguo delle diverse amministrazioni e quanto
carente sia una visione complessiva e di rispetto del territorio.

Flavio
Taufer

 

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Il Trentino che viene (Trento, 21 febbraio 2009)

Di seguito proponiamo l’introduzione ed alcuni interessanti interventi del convegno di Trento del 21/2/09.

Si tratta del contributo di Stefano Mayr:

PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA IN
TRENTINO. A CHE PUNTO SIAMO? 

e dell’intervento dell’assemblea antimilitarista contro la base di Mattarello (Rovereto): Negli ingranaggi della guerra. La base militare di Mattarello.

 

Qui invece rovi il già pubblicato: RASCHIARE
IL FONDO. LA POLITICA PROVINCIALE DEGLI IMPIANTI DI RISALITA, a cura di Folgaria 235

 

 Introduzione al convegno Il
Trentino che viene
(Trento, 21
febbraio 2009)

 

Abbiamo organizzato il convegno di oggi
per gettare uno sguardo d’insieme sugli attacchi che si stanno
abbattendo sul Trentino. Si tratta di un intento piuttosto ambizioso,
non lo nascondiamo. Passare dall’analisi dei singoli progetti (TAV,
impianti di risalita, inceneritore, base militare di Mattarello,
ecc.) ad una critica più generale al mondo che li produce non è né
semplice né scontato. Ma pensiamo che senza questo sguardo d’insieme
le lotte oggi abbiano il fiato corto. La devastazione che si sta
preparando è senza precedenti. L’immagine del Trentino terra
dell’uva e delle mele è un cartellone pubblicitario per i turisti.
Il futuro che si progetta per noi nei laboratori, negli studi
tecnici, negli uffici delle grandi imprese facciamo fatica persino a
immaginarlo.

Siamo quindi partiti da un’esigenza
che speriamo non sia solo nostra: quella di capire qual è il sistema
delle nocività, per intrecciare le ragioni delle
singole lotte in una resistenza più ampia, necessaria quanto
urgente. Non saranno, come abbiamo fatto tante volte, relazioni
dettagliate sui singoli progetti, ma riflessioni che mettono assieme
i vari tasselli.

Non siamo esperti, bensì persone
appassionate che studiano le nocività con uno scopo ben preciso:
combatterle. Ma per far questo pensiamo sia necessario, oltre al
rifiuto di adattarsi al mondo così com’è
(senza
un tale rifiuto la nozione stessa di “valore” non avrebbe alcun
senso), un certo gusto per la materialità: vale a dire una
conoscenza approfondita di ciò contro cui lottiamo (interessi in
gioco, argomenti di propaganda, trappole per gli oppositori, ecc.). 
 

I vari attacchi che prenderemo in esame
oggi hanno in comune, oltre alla devastazione ambientale che
comportano, un identico progetto di società
:
riducono la già magra autonomia reale degli individui (in termini di
controllo sulle risorse e sulla soddisfazione dei bisogni), sono
caratterizzati dal gigantismo di strutture e tecniche, dalla
centralizzazione, dalla monocultura industriale (monocultura del
paesaggio e delle menti), dalla distruzione del passato,
dall’irreversibilità delle conseguenze.

Salta agli occhi che la subalternità
delle forze politiche è trasversale, e che l’associazionismo
ambientalista istituzionale è complice o silente.

Siamo di fronte a grossi enti o gruppi
che determinano la nostra vita (i passaggi istituzionali sono una
mera formalità). Citeremo, tra gli altri, i casi di Trentino
Sviluppo e, rispetto agli scenari futuri, di Finmeccanica. Dove si
prendono realmente le decisioni politiche? Per fare un esempio
banale, non sarà certo sfuggito che, in cambio del proprio sostegno
elettorale a Dellai, gli impiantisti trentini si sono presentati a
riscuotere il credito subito dopo le elezioni: ed ecco la proposta di
provincializzare gli impianti di risalita.

Come emergerà dal problema dell’acqua,
sarebbe illusorio opporre una qualche gestione pubblica ai processi
di privatizzazione e di spartizione clientelare del potere. Interessi
privati e istituzioni politiche sono legati da intrecci
inestricabili. Di più: dalla difesa dello stesso mondo.

Due sono gli assi su cui si muove
l’analisi che tenteremo: uno noto (infrastrutturazione del
territorio), l’altro meno (l’entrata della tecnologia nel corpo
umano, il controllo e la manipolazione dei processi vitali delle
specie). Scenari inquietanti rispetto ai quali la critica in Trentino
sta appena balbettando. Metteremo assieme dati di fatto e ipotesi da
approfondire insieme.

Come si diceva poco fa, quello che ci
stanno imponendo è un progetto di società
,
non un insieme di opere e di tecniche. In modo sempre più evidente,
nessuna grande infrastruttura (pensiamo al TAV o all’inceneritore,
ma potremmo aggiungere, sul piano nazionale, il rilancio del
nucleare) risponde alle ragioni per cui viene propagandata. (Il
nucleare non è nato per far funzionare i termosifoni, ma per
fabbricare bombe atomiche: il progetto che lo sostiene non è
energetico, ma politico e sociale). Per questo limitarsi ad opporre
soluzioni alternative alle loro pseudo-soluzioni è un gioco senza
fine. Il loro argomento principe, quello che sostiene tutti gli
altri, si chiama forza. Del denaro, dei mass media e, se del caso,
degli eserciti.

Come impedire questo progetto di
società, questo Trentino che viene
? Non
abbiamo certo risposte belle e pronte da fornire, ma qualche buona
domanda da proporre. Continue reading

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Feltre come una camera a gas

Domenica raggiunto il picco di 122 microgrammi, oltre il doppio del limite massimo

I dati giornalieri sono consultabili, dopo le 12, al sito internet www.arpa.veneto.it

dal gazzettino del 3/3/09

Feltre
      (M.G.) Le polveri sottili toccano quota 122 microgrammi
per metro cubo. Più del doppio del limite di legge, fissato a 50
microgrammi. Da un paio di settimane, la qualità dell’aria feltrina è
in continuo peggioramento, fino al raggiungimento di questo
preoccupante apice, registrato nella giornata di domenica. Come
comunica l’Arpav, «il peggioramento della qualità dell’aria in atto
dalla scorsa settimana è proseguito ed ha portato ad un aumento della
concentrazione delle Pm10, con 5 superamenti del limite giornaliero».
     
Non si tratta quindi di un caso sporadico, ma di una condizione che in
questi giorni si fa sempre più critica. Complici anche le condizioni
atmosferiche e le polveri prodotte dalle stufe a legna.
      La
situazione ha iniziato a farsi preoccupante a partire da venerdì 20
febbraio fino al primo picco di lunedì 23, giornata in cui la
centralina Arpav di via Colombo ha registrato 102 microgrammi per metro
cubo. Per tutta la settimana ci sono stati peggioramenti, tranne
mercoledì 25 giornata in cui le Pm10 si sono mantenute leggermente ad
di sotto dei limiti di legge, con la media giornaliera di 43
microgrammi. Anche la media dei dati acquisiti nel 2009 è salita quindi
alle stelle: sono stati raggiunti i 52 microgrammi per metro cubo da
confrontarsi con il limite annuale di 40 microgrammi. Si attendono ora
i rilevamenti della settimana in corso per capire se questo trend
negativo subirà delle modifiche.

vedi anche Un calvario sempre più in salita

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*Trento – Ancora contro la base militare di Mattarello*


Lunedì 23 febbraio, alle ore 7,00, una trentina di antimilitaristi si sono
presentati all’entrata del cantiere di Mattarello dove procedono i lavori
preliminari per la base militare. Gli accessi al cantiere già chiusi con dei
cavi d’acciaio, gli antimilitaristi si sono disposti davanti con striscioni
e bandiere contro la base e contro la guerra. C’è stato nei pressi qualche
movimento di camion e di furgoni, ma nessuno si è avvicinato al cantiere:
ancora non si è capito se abbiano rinunciato ai lavori vedendo il blocco
oppure se il cantiere fosse chiuso quel giorno (ore dopo era ancora tutto
fermo). Incoraggiante la reazione di vari automobilisti (chi salutava, chi
si fermava ad esprimere la propria solidarietà).

Verso le 8, 45 gli antimilitaristi si sono spostati a Trento, sotto la sede legale della Nuova
Bitumi s.r.l., la ditta che ha vinto l’appalto per la preparazione e
recinzione del cantiere (un appalto da 360 mila euro). Mentre una quindicina
di persone srotolava striscioni e bandiere, volantinava e spiegava al
megafono il motivo dell’iniziativa, l’altra metà saliva negli uffici della
ditta, esponendo dalla finestra una bandiera contro la base. Dagli uffici
veniva inviato un fax alla sede di Verona della ditta, il cui contenuto è
così sintetizzabile: “Non vi lasceremo lavorare alla guerra in pace!”.

*Per chi volesse esprimere il proprio parere alla Nuova Bitumi:*

*sede di Trento: tel. 0461 230839 e 0461 266160*

*sede di Verona: tel. 045/8904216, fax 045/8917127*

La lotta contro la base di Mattarello non si ferma.

*assemblea antimilitarista contro la base di Mattarello*

romperelerighe08@gmail.com

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il testo dell’intervento tenuto da Folgaria235 al convegno “il trentino che viene”

"Le montagne ci hanno difeso per secoli. Sta a noi, ora, restituire il favore."
Folgaria235
http://folgaria.ilbello.com

 

RASCHIARE
IL FONDO. LA POLITICA PROVINCIALE DEGLI IMPIANTI DI RISALITA.

Introduzione.

Per quanto riguarda il tema del turismo invernale, e nello specifico
dell’industria dello sci, il Trentino che viene è in realtà il
Trentino di un passato che non vuole passare. Uno sguardo d’insieme
ai molti progetti di nuovi impianti di risalita mostra la corsa verso
la saturazione dello spazio ancora disponibile in determinati
comprensori sciistici, grazie ad una politica provinciale che si
caratterizza esplicitamente per l’appoggio istituzionale e
finanziario a grandi piani infrastrutturali. Il semplice fatto che
tali iniziative siano fonte sicura di lauti profitti immediati
sgombra il campo da ogni considerazione sui risvolti economici di
lungo periodo, nonché sugli innegabili danni di carattere ambientale
e sui guasti sociali prodotti. Si continua, sotto il motto “finché
dura”, a saccheggiare il territorio e a speculare con soldi
pubblici. Nel frattempo ogni studio di settore sconsiglia
investimenti in questo comparto, e la stessa confindustria rivela che
il 95% degli impianti trentini è in perdita. Ma perché a fronte
della generale contrazione del mercato dello sci, con una diminuzione
costante e inesorabile del numero dei praticanti si promuove
l’ampliamento delle aree sciabili? E perché la Provincia Autonoma
di Trento sostiene questo delirio di investimenti? Come vengono
giustificati tali disastri agli occhi di un’opinione pubblica che
sembra sempre più attenta alle questioni ambientali? Quali sono gli
interessi che vengono favoriti, a discapito della conservazione di
beni comuni essenziali e con costi collettivi ingenti? Cercheremo di
fornire elementi utili per rispondere a questi interrogativi che
descrivono una linea di tendenza solo apparentemente assurda, che
sottintende invece una logica tanto pericolosa quanto diffusa.

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Trento, Nuove ispezioni nella discarica di Roncegno

Roncegno – Si tratterebbe in particolare di verificare la
presenza o meno sotto il terreno, di rifiuti tossici provenienti
persino dalla zona di Marghera. Sul posto si sono recati mercoledì i
tecnici dell’Appa di Trento e della Forestale

La zona interessata dalla maxi operazione contro il traffico di rifiuti

Da mercoledì mattina la
Forestale di Trento e l’Appa stanno facendo nuovi controlli a Roncegno,
in località Ghiaie, su ordine, della magistratura veneta che vorrebbe
appurare la presenza di altri materiali non consentiti.

Si
tratterebbe in particolare di verificare la presenza o meno sotto il
terreno, di rifiuti tossici provenienti persino dalla zona di Marghera.

 

di Cristian Zurlo, dal sito: http://www.lavocedelnordest.it

25/02/2009

 

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MELINDA NO GRAZIE… E GRAZIE! RUBANO LA TERRA, PORTANO I VELENI!

Cosa sta succedento nei 20 ettari acquisiti dalla
società "la Feltrina" a Calliol? Quali e quanti 
asporti
e
apporti
di “terreno” sono stati fatti in quell’ appezzamento (dove
hanno operato contemporaneamente 5 grossi scavatori)? E’ vero che mentre camion portavano via terra buona, altri camion portavano "strano" materiale per fare fondo? Invitiamo tutte/i a visitare il cantiere per rendersi conto
della portata dell’opera e del suo devastante impatto su paesaggio
ed ecosistema. Se questo è il “progresso”, se queste sono le
“ricadute positive sul territorio” prospettate dal presidente
della coldiretti trentina Calliari… c’è davvero di che
rallegrarsi!

ECCO ALCUNE FOTO E VIDEO:

 

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QUEL CHE NON VORREBBERO CHE SAPESSI SUL PROGETTO TAV IN TRENTINO a cura dello spazio aperto NO Inceneritore NO TAV – Trento, febbraio 2009

Qualche giorno fa è stato depositato presso l’ufficio provinciale V.I.A. (Valutazione di Impatto
Ambientale) il progetto preliminare della tratta trentina della nuova lineaferroviaria AV/AC. Come al solito, tutto tace. E’ il momento di farli uscire allo scoperto. Il pieghevole (che riportiamo integralmente sotto) sarà disponibile al convegno di sabato 21 febbraio sul "Trentino che viene". Invitiamo tutti i partecipanti ai gruppi NO TAV, quelli che hanno organizzato le serate informative, tutti gli interessati, a venire sabato oppure a mettersi in contatto per prendere le copie che desiderano.

*PRESIDIO NO TAV*

Giovedì 26 febbraio, ore 18, 00, presso l’auditorium del Mart a Rovereto, la
Provincia illustrerà il progetto della nuova linea ferroviaria ai
consiglieri comprensoriali del C10. Il consiglio comprensoriale della
Vallagarina aveva chiesto all’unanimità, nel giugno del 2008, un incontro
pubblico sul TAV. Dopo 8 mesi l’incontro è stato fissato… ma aperto solo
ai consiglieri. Saremo presenti anche noi, nella piazza del Mart, con
bandiere e striscioni NO TAV e con il pieghevole informativo. Basta lavorare
in silenzio alla devastazione della nostra terra! Basta tenere la gente
all’oscuro del progetto più costoso e impattante che abbia mai interessato
il territorio in cui viviamo. E’ importante essere in tanti e farsi sentire.
(Sarà un’ulteriore occasione per distruibuire il pieghevole agli interessati
e organizzare la sua diffusione nei paesi buca a buca).

spazio aperto NO Inceneritore NO TAV – Trento, 18 febbraio 2009

DI SEGUITO IL PIEGHEVOLE SULLA TAV IN TRENTINO Continue reading

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Le nuove devastazioni ambientali che il modello di sviluppo capitalista sta producendo in Italia e in Trentino.

di Sebastiano Pira e
Gianfranco Poliandri, Trento, 15.2.2009

Queste pagine vorrebbero contribuire
con alcune informazioni di sintesi al lavoro dei tanti che nelle
associazioni, nei comitati di base e nei movimenti della sinistra
anticapitalista stanno tentando, in particolare in Trentino – Alto
Adige, una lettura complessiva delle devastazioni ambientali, delle
nocività, dell’assalto ai beni comuni.

La crisi finanziaria ed economica di
sistema del settembre-ottobre 2008 sta provocando in Italia
conseguenze anche più gravi che nella media del continente europeo.

Come altrove, questa crisi è
totalmente governata dagli interessi del potere capitalista; ma in
questo paese incontra e aggrava un processo di imbarbarimento che ha
pochi precedenti nella nostra storia e che poggia su una situazione
già fortemente arretrata 1.

Questa crisi dunque:

1) approfondisce le già evidenti
difficoltà del sistema produttivo nazionale favorendo nuove grandi
ondate di licenziamenti, di precarizzazione e di contrazione di
consumi essenziali;

2) ha costituito l’occasione per
accelerare l’affondo generalizzato già in corso contro i diritti del
lavoro e i diritti sociali;

3) è accompagnata da attacchi
rinnovati e multiformi del Governo Berlusconi contro gli istituti
della democrazia formale, le libertà civili, le diversità
culturali, le comunità immigrate, insieme ad una strisciante
militarizzazione della società che rinvia alla progressiva
instaurazione di un regime autoritario;

4) ha prodotto immediati impoverimenti
di grandi fasce di risparmiatori, aumenti dei costi e restrizioni
gravi del credito proprio a sfavore dei soggetti già in difficoltà;

5) sembra potersi risolvere nel medio
periodo con una imponente ridistribuzione di risorse pubbliche a
favore delle banche, specialmente se venissero attivate in futuro le
garanzie statali sulle loro esposizioni 2;

6) porta la Confindustria a richiedere
con forza allo Stato, ed ottenere, sostanziosi aiuti in termini di
garanzie sui prestiti finanziari, sgravi ed agevolazioni di vario
genere, sblocco acritico di cantieri di grandi opere 3,
che quasi tutti si traducono in immediata erogazione di soldi
pubblici alle imprese private senza che sia stato nemmeno possibile
compensare i regali di Stato, già dati o preannunciati, con un
qualche serio recupero di potere d’acquisto popolare.

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Acciaierie, analisi fuori provincia. Il Comitato Barbieri Sleali cerca sostanze tossiche

Si dice che Francesco Giuseppe volesse che il suo barbiere fosse sempre
della Valsugana: perché i valsuganotti erano i più fedeli tra i suoi
sudditi, quindi non gli avrebbero tagliato la gola e non avrebbero
fatto circolare notizie relative alle attività del monarca. Quelli del
Comitato, invece, vogliono che le notizie circolino, specie
sulla salute dell’ambiente in valle, negli ultimi anni messa a dura
prova per vari aspetti. “Siamo una trentina di persone, di tutta la
Bassa Valsugana e ci siamo costituiti in comitato da un anno. Siamo
partiti con il problema dell’acciaieria anche se il nostro interesse
riguarda l’ambiente in generale e la salute pubblica”.

BORGO VALSUGANA. Il Comitato Barbieri Sleali
organizzerà una manifestazione di piazza a Borgo, per sensibilizzare la
gente ma soprattutto per raccogliere fondi che serviranno per far
compiere delle analisi su terreni limitrofi alle acciaierie di Borgo,
per l’identificazione di eventuali inquinanti pericolosi per la salute.
Un altro esempio, ormai, di come la popolazione, non fidandosi più dei
controlli pubblici (quelli dell’Appa) abbia deciso di prendere in mano
la situazione, in difesa dell’ambiente e della salute pubblica. CONTINUA

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