la giunta provinciale di Trento ha approvato il progetto di collegamento impiantistico San Martino di Castrozza Passo Rolle

Cari amici, una pessima notizia che dimostra la debolezza culturale di chi
sta governando il Trentino, la scarsa attenzione all’ambiente, la nullità
della nuova giunta provinciale, strutturata solo sul clientelismo elettorale.
Oggi (31 dicembre 08!!) la giunta provinciale di Trento ha approvato il progetto di
collegamento impiantistico San Martino di Castrozza Passo Rolle, pensate un
po’, con 16 prescrizioni…
Il collegamento va ad invadere il cuore del parco naturale di Paneveggio
Pale di San Martino, la riserva integrale dei laghi di Colbricon. Non solo,
incide l’area archeologica dei cacciatori mesolitici e avremo sulla cresta
delle montagne piloni innalzati verso il cielo alti 16 metri, visibili da
ovunque, da Bocche, dalle Pale, dalle vette feltrine.
Poco fa ho commentato, a nome di Mountain Wildernss la decisione per il
girnale Corriere del Trentino. Sono stato molto severo, ho raccontato come
i politici non abbiano dato corso alle promesse fatte agli ambientalisti,
cioè la ricerca di una soluzione condivisa. Ho fatto presente la proposta
alternativa che assieme a Primiero Viva abbiamo sostenuto. Ho detto che
questa decisione costruisce un solco definitivo fra associazionismo
ambientalista e mondo politico trentino. Ho spiegato come si tratti di una
operazione finanziaria che va a risolvere problemi economici e deficit
ormai cronici delle tre società del Primiero (ovviamente con soldi
pubblici, provincia e comuni locali).
Sono semplicemente schifato, del metodo adottato e della decisione presa.
Si chiude per noi trentini, sul campo ambientale, un anno nerissimo.

Ciao Luigi

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IL PROF. MONTANARI RISPONDE ALLA GANG DEGLI INCENERITORI

dal sito del comitato pragras

..in questi giorni abbiamo piu’ volte palesato la nostra contrarietà
all’ipotesi (avanzata dal Sindaco di Quero, Zanolla) di un inceneritore
in provincia di Belluno. Siamo contenti che tante voci si siano levate
per manifestare la loro contrarietà (avanzando ipotesi alternative) Noi
abbiamo raggiunto il dott.Montanari (esperto di fama internazionale)
che ci ha rilasciato questa dichiarazione:


Egr. sig. Sindaco,
Leggere
le affermazioni che Le si attribuiscono a proposito della costruzione
di un inceneritore in una località che interesserebbe un territorio di
Sua competenza fa davvero male al cuore.
Il solo chiamare
“termovalorizzatore” l’impianto denota chiaramente la Sua estraneità
all’argomento, stante il fatto che, come è ampiamente noto, il vocabolo
è un’invenzione pubblicitaria tutta italiana che la Comunità Europea
non gradisce per nulla. Con quel sistema a caldo (“termo”) non si
valorizza proprio niente. Anzi, si distruggono risorse e si attenta
alla salute.
Da quanto appare, Lei pone la questione in un ambito
puramente economico, un approccio del tutto parziale e, invero, il meno
rilevante. Eppure, anche se si osserva il problema da questo punto di
vista, la combustione risulta perdente. Se Lei avesse avuto
l’accortezza di partecipare al convegno tenutosi a Gambettola (FC) lo
scorso mese di novembre, non avrebbe potuto altro che costatare come i
suoi colleghi amministratori che hanno applicato correttamente il
sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta abbiano risparmiato non
poco denaro pubblico, e questo conti alla mano. Certo, per mettere in
opera un sistema simile occorre essere dei bravi politici, ma, se non
lo si è, allora è meglio non millantare capacità inesistenti
avventurandosi in imprese più grandi di noi.
Allo stesso convegno
avrebbe visto, sempre conti alla mano, come dalla combustione dei
rifiuti si ricavi pochissima energia, molto meno di quanto non se ne
ricavi recuperando, riciclando e riusando il materiale. E, ancora,
avrebbe sentito il prof. Paul Connett della Saint Lawrence University
(New York), che da anni gira il mondo interessandosi dell’argomento,
affermare che gl’inceneritori sono un monumento al fallimento della
politica e indicano senza equivoci l’esistenza in alternativa
d’ignoranza o di corruzione.
Ancora, avrebbe imparato che esistono
diverse forme di trattamento dei rifiuti, tutte più o meno solidamente
fondate su basi scientifiche. L’unica forma che di scientifico non ha
nulla è proprio l’incenerimento, grottescamente in contrasto con le
leggi della fisica (principio di conservazione della massa o di
Lavoisier) e della chimica tossicologica (nella maggioranza dei casi la
combustione trasforma le sostanze d’origine in altre sostanze più
tossiche). La medicina attuale, poi, quella che si occupa di
nanopatologia, ha dimostrato come le polveri primarie e secondarie di
dimensioni micro e, soprattutto, nanometriche inducano malattie che
vanno da quelle cardiovascolari (ictus, infarto e tromboembolia
polmonare) a quelle oncologiche, fino a malformazioni fetali spesso
incompatibili con la vita. Se su quest’ultimo argomento desidera
ragguagli, La invito volentieri a visitare il nostro laboratorio di
Modena (Nanodiagnostics) dove Le potrò illustrare all’incirca un
migliaio di casi umani, partendo da quelli di bambini che non ce
l’hanno fatta a nascere.
A proposito di salute, Lei cita il centro
di Aviano attribuendogli un’affermazione che stride con la realtà dei
fatti, come potrà costatare leggendo la documentazione ufficiale
pubblicata al sito www.stefanomontanari.net. Tra questa c’è pure
l’elenco delle valutazioni fatte da enti pubblici italiani nelle zone
interessate e vedrà che l’ospedale di Aviano, se davvero ha fatto
un’affermazione simile, non è compiutamente informato. Inoltre, sappia
che i tumori non sono la prima patologia causata da quelli che Lei
chiama “termovalorizzatori” e, dunque, sarebbe quanto meno il caso
d’interpellare pure altri esperti.
Se vorrà informarsi meglio per
poi agire, in modo del tutto libero ma tenendo presente che la Sua
carica fa di Lei la maggiore autorità sanitaria del Comune, mi permetto
di consigliarLe la lettura del libro che ho scritto con A.M. Gatti
“Nanopathology” (Pan Stanford), del mio libro “Il Girone delle Polveri
Sottili” (Edizioni Macro) e dell’e-book che ho curato “Lo Stivale di
Barabba” (editore Arianna).
Distinti saluti,
dott. Stefano Montanari 

 

 

 

 

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PIANO DELLE NUOVE DEVASTAZIONI SCIISTICHE

DAL SITO DEL C.A.I. : http://www.cai-tam.it

Dall’elenco qui di seguito riportato, provincia per provincia ed impianto per impianto, risulta
che la maggior parte delle nuove piste proposte o degli ampliamenti dei demani sciabili
insistono su aree SIC e ZPS, quindi tutelate a livello europeo.

BELLUNO

In rosso gli interventi maggiormente impattanti

A01_1_ Cinque Torri – Giau

1) Nuova pista sulla “Boa Cinque Torri” per il collegamento con la zona della Tofana.
Area SIC.
2) Nuova seggiovia nei pressi di Forcella Averau (Forc. Gallina) per collegamento tra il
Rif. Fedare – Cinque Torri ed il Passo Falzarego – Col Gallina. Area Sic.
3) Realizzazione della nuova pista “Limedes” per collegare l’area delle Cinque Torri
con il Col Gallina. La pista passa nei pressi del Laghetto Limedes. Area Sic

A01_2-3 Tofana Pocol

1) E’ segnato un nuovo impianto per forcella Staunies, è però già esistente. Area SIC
e ZPS.
2) Nuova seggiovia sulla Costa Faloria – Pian Bigontina (a q. 1630), è comunque nel
mezzo di piste ed impianti già esistenti. Area SIC e ZPS.
3) Nuove piste per collegare il Passo Tre Croci con la pista che scende da Som Forcia
(Cristallo) e Rio Gere.
4) Rinnovo funivia Faloria. E’ già esistente.
5) Realizzazione di una nuova area sciabile tra Lacedel e Cortina Centro.
6) Nuova seggiovia e rinnovo sciovia in zona Lacedel – Pocol. Continue reading

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ZANOLLA: VI INCENERIRO’ TUTTI!

Questo è ciò che il sindaco di Quero (Bl) Zanolla ha dichiarato oggi sulle papagine del Gazzettino. A quanto pare nemmeno durante le vacanze natalizie gli sponsorizzatori delle nefandezze vanno in vacanza… il personaggio in questione, sindaco di Quero (il comune dove
voglion fare delle immense cave), oltre a essere progettista della fonderia che voglion fare a Fonzaso e uno dei membri del Bim (che gestisce acqua e metano).

Ops, tutto questo è solo una coincidenza…

Sul termovalorizzatore il
sindaco di Quero Bruno Zanolla ribadisce la sua posizione: «Il porta a porta ormai è una
barzelletta»

Lunedì 29 Dicembre 2008, Feltre BL

La proposta lanciata nei giorni scorsi dal
sindaco di Quero Bruno Zanolla di aprire una discussione sul futuro dello
smaltimento dei rifiuti tramite la realizzazione di un termovalorizzatore ha
sollevato alcune perplessità e messo sul "piede di guerra" le
principali associazioni ambientaliste.
Ma Zanolla non si fa intimidire «perché
– sottolinea – sono fermamente convinto e ribadisco che la realizzazione di un
termovalorizzatore è l’unica soluzione definitiva conosciuta e risolutiva del
problema rifiuti. Io rispetto le opinioni di tutti – aggiunge il sindaco di
Quero – ma dobbiamo scendere coi piedi a terra e renderci conto che la raccolta
differenziata spinta tramite il porta a porta si sta trasformando in una
barzelletta che provoca solo aumento delle spese per i cittadini, immondizia
conferita nei cassonetti dei paesi limitrofi che non adottano il porta a porta,
abbandono di rifiuti ai bordi delle strade e un po’ ovunque. Il conferimento
degli RSU al Maserot costa 170 euro più Iva a tonnellata ed è destinato ad
aumentare mentre l’incenerimento tramite termovalorizzatore permetterebbe un
risparmio del 50% nelle bollette e un ritorno in termini energetici. Il
dibattito – continua Zanolla – va avviato al più presto perché in una realtà
come la nostra l’utile stimabile annuo si avvicinerebbe ai 10milioni di euro.
Pertanto è inutile fare del terrorismo ragionando per idiomi, assolutismi e
ideologie ma bisogna rendersi conto che la politica che si sta portando avanti
attualmente ha quale risultato un continuo maggior esborso per i cittadini e
rinvia la risoluzione del problema. E sui temi riguardanti la salute gli stessi
oncologi di Aviano hanno escluso pubblicamente ogni correlazione fra tumori e
presenza di termovalorizzatori. Inoltre non credo sia un caso che paesi
particolarmente attenti alla salvaguardia dell’ambiente come la Svizzera
e l’Austria abbiano da tempo scelto di percorrere la
strada dei termovalorizzatori. Chiaro comunque che dove, come e con chi farlo è
un percorso tutto da attivare».

leggi il comunicato del comitato pra gras 

 

  

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no ad altri mega resort sulle Dolomiti: prossime devastazioni a Sappada e Malga Ciapela?

Federalberghi: no ad altri mega resort sulle Dolomiti, ora basta speculazioni

Pubblicato il: 24-12-08

L’idea di Assindustria di costruire due colossali alberghi a Malga Ciapela e Sappada è stata definita un’eresia

BELLUNO – «Cemento sulle Dolomiti? Un’eresia». E’ un misto di rabbia e
stupore il tono con cui Marco Michielli, presidente regionale di
Federalberghi e di Confturismo, commenta l’ipotesi di mega-resort
turistici tra le cime più belle d’Italia. Al centro l’idea di
Assindustria di costruire due colossali alberghi a Malga Ciapela e
Sappada, un progetto definito da Michielli «Infelice, frutto di una
mente incosciente e speculativa (e non nel senso filosofico del
termine)». «L’emanazione di Confindustria che si chiama Federturismo –
qualche decina di alberghi contro i nostri circa 2.600 (che sono la
testimonianza storica dell’ospitalità veneta) – vuole svendere il
territorio e fa finta di non sapere che la ricettività nella provincia
di Belluno, come in tutte le altre province del Veneto, è già più che
sufficiente – spiega Michielli – perché anziché continuare a
cementificare non diamo modo ai nostri albergatori di ristrutturare e
rinnovare l’esistente? continua su News Belluno.it

 

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SPECULAZIONE A TREMALZO dall’Adige del 21/12/08

VAL DI LEDRO – Attenzione, Tremalzo sarà a numero chiuso, con ingressi
contingentati a valle, all’Ampola. E attenzione alla storia che si
ripete: Irvat e Comuni gestiranno gli impianti sciistici, saranno in
perdita e si accolleranno tutte le spese di urbanizzazione, strade e
acquedotti prima di tutto, mentre il privato, Domenico Alcide Leali (padone delle azziaierie di Borgo…),
incasserà gli utili
. È quanto sostiene il comitato Sos Tremalzo che nei
giorni scorsi, assieme a Wwf Italia, ha fatto ricorso al Tar (tribunale
di giustizia amministrativa) contro l’ipotesi di costruire un grande
albergo da 390 posti letto nella località montana di Tremalzo (in
particolare contro la variante al Piano regolatore che consente tale
opera). «L’amministrazione comunale di Tiarno di Sopra – sostiene il
comitato presieduto da Emanuela Merli – solo dopo l’approvazione della
variante al piano regolatore da parte della giunta provinciale, si è
finalmente sentita in dovere, con un’apposita serata, di informare la
cittadinanza sul progetto di sviluppo di Tremalzo. La conferenza ha
chiarito i contenuti del progetto: primo, un grande albergo di 48.000
metri cubi per 390 posti letto, di alto livello, che andrebbe a
integrare l’offerta turistica del Lefay Resort di Gargnano di proprietà
Leali (l’imprenditore che è intenzionato a costruire l’hotel ndr.);
secondo, un unico impianto di risalita per 700 sciatori, in grado di
soddisfare prevalentemente la richiesta alberghiera e i 400 posti letto
attualmente esistenti a Tremalzo; terzo, un ex albergo Tremalzo (tavola
calda) che da 13.000 metri cubi alberghiero-residenziali viene ridotto
a 7.000; quarto, il controllo all’accesso dell’area di Tremalzo come
descritto a pagina 122 della relazione illustrativa alla variante, in
cui si dice che "il sistema informativo di governo e controllo degli
accessi troverebbe naturale ed efficace completamento mediante un
portale primario consultabile in tempo reale posizionato alla base
della strada che conduce in Tremalzo – passo dell’Ampola – supportato
da un sistema di prenotazione on-line".

 

VAI A Ricorso al Tar su Tremalzo

 

vedi COMITATO SOS TREMALZO

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Acciaierie scorie inquinate a Monte Zaccon

 

21/12/2008 l’Adige
C’è il sospetto – tutto da verificare – che
alle Acciaierie di Borgo si brucino anche rottami "sporchi" dietro al
blitz condotto dal Corpo forestale dello Stato. La procura di Trento,
infatti, ha disposto le analisi per verificare le emissioni in
atmosfera dagli impianti siderurgici dopo aver trovato nel sito di
Monte Zaccon, gestito a Marter dalla Ripristini Valsugana, scorie
provenienti dalla fabbrica di Borgo con percentuali di inquinanti per
quel sito superiori ai limiti di legge. (continua)

 

AGGIORNAMENTI DAL SITO ECCETERRA.ORG

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Controlli anche alla discarica Sativa di Sardagna (Trento)

Controlli anche alla discarica Sativa di Sardagna (Trento)- tratto dal quotidiano L’Adige di giovedì 18 dicembre :
Si concentrano sulla discarica di
Sardagna le indagini del Corpo forestale dello Stato. Il sito cittadino
era stato visitato dagli inquirenti nella giornata in cui erano state
notificate le otto ordinanze cautelari. Quel pomeriggio erano stati
posti i sigilli ad un carico di rifiuti arrivato nella discarica della
Sativa. Il sospetto, per ora infatti è solo un’ipotesi, è che si tratti
di materiale che per il suoi livelli di inquinamento non potesse
arrivare nella discarica di Trento.(continua)

 

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AMIANTO DAPPERTUTTO: SIAMO DOLOMITICI. AZIONE ALL’EX AREA BARDIN (BL)

 GUARDA IL VIDEO

 

 

“ il male non è soltanto di chi lo fa: è anche di chi potendo impedire che lo si faccia, non lo impedisce “

Tucidide, 2400 anni fa

 

 

AMIANTO DAPPERTUTTO:
SIAMO DOLOMITICI?

5000  morti ogni anno in italia per amianto

1.300.000 il numero
degli esposti

32 milioni di
tonnellate di amianto presenti sul territorio (di cui solo 8 milioni di amianto
puro)

I dati parlano di un
morto per amianto ogni due ore solo in Italia

Il “picco” di malattie
è previsto nel 2020, a circa 35 anni dalla massima esposizione

Non esiste alcun
livello minimo di soglia al di sotto del quale vi sia sicurezza, quindi la
massima concentrazione accettabile di fibre deve essere zero

(fonte a.n.i.e.a  www.associazioneitalianaespostiamianto.org)

 

ABBIAMO PIANTATO CROCI
NELL’AREA BARDIN

L’ex Bardin è diventata
un’area simbolica – un simbolo – non solo della tossicità intrinseca ad uno
sviluppo decennale che attraverso l’asservimento comunque al lavoro ha
determinato sfruttamento… e oggi morte. Morti a venire, morte sociale, morte
di ogni possibilità di coniugare reddito con diritto alla vita. Ad una vita
salubre che per essere decorosa ha bisogno di un autogoverno delle comunità
meticce che si stanno formando attraverso la negazione del rapporto sociale di
capitale, della dittatura della merce – della rendita finanziaria – della
speculazione, del fascismo neomoderno.

DOLOMITITOXICTOUR

 

APPROFONDIMENTI SULL’AMIANTO ALL’AREA BARDIN 

 


 

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AGGIORNAMENTI SULL’ECOMAFIA TRENTINA

CLICCA QUI PER LA RASSEGNA STAMPA  SULLA DISCARICA DI MARTER, DAL QUOTIDIANO IL TRENTINO

La Valsugana
non è una pattumiera
 
dal quotidiano l’Adige 14/12/2008
 
Così la Provincia si fa male, oltre a fare del
male alla comunità. Molti sospettano, da tempo, soprattutto in
Valsugana, che i controlli dell’Appa sugli inquinanti non siano
credibili. Molti pensano che siano pochi, ridicolmente pochi i
controlli sui fumi delle acciaierie di Borgo. Proprio quell’impianto
che crea tanti dubbi, timori anche, in una parte non secondaria della
popolazione.  E cosa dire di quell’impianto di biocompostaggio di
Novaledo, e di quel «bolo» che venne di fatto seminato nelle campagne
di Valsugana? Ma lasciamo la Valsugana: sono sufficientemente calibrati
i controlli sui veleni sparsi nei meleti e la loro presenza in parchi
pubblici, case private, tra la gente insomma, in val di Non? Molti non
si fidano più dell’Appa e di tutte le autorità di controllo e, di
conseguenza, viene meno anche la fiducia nella difesa che la Provincia
fa della salute pubblica. Ora la storia della discarica di Monte
Zaccon. Solo l’ultimo anello. Sappiamo molto bene che la nostra società
dei consumi, quella che stiamo biocompostaggiovivendo
qui e ora, quella ricca e trentina, porta alla produzione di molti
veleni: che finiscono nell’acqua e nell’aria, che vanno a finire negli
impianti di compostaggio o nelle discariche. Sappiamo anche che sempre
meno è possibile (oltre che eticamente costituire una cosa ingiusta)
spedire quei rifiuti in Campania o in Calabria. E sempre più difficile
è mandarli anche in Africa, mentre se li mandiamo in Germania questa si
fa pagare tantissimo. Poi, certi rifiuti, come quelli che finiscono
nell’aria, immessivi dai camini delle fabbriche, non possiamo nemmeno
spedirli a nessuno.
 

CONTINUA

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