FINALMENTE LA RIFUSIONE IN CENTRO A FELTRE!

Feltre

dal gazzettino del 17/9/08

A poco più di un anno dalla creazione della nuova Sapa
, che ha dato vita al leader mondiale di mercato di profili in
alluminio estruso, lo stabilimento di Feltre incassa un rassicurante
riconoscimento da parte del Consiglio di Amministrazione aziendale.
Quest’ultimo, riunitosi nei giorni scorsi negli Stati Uniti, ha dato
infatti via libera ad un investimento di 13 milioni e mezzo di dolari
che prevede il completo rinnovamento degli impianti di rifusione del
sito produttivo di Feltre secondo le migliori tecniche disponibili.

Il
rinnovamento degli impianti di rifusione porta con sé diverse
implicazioni. Rinnovare significa nello specifico migliorare l’impatto
ambientale, ridurre le emissioni e contribuire al risparmio energetico,
mantenendo invariata l’attuale potenziale capacità produttiva, ma
realizzando prodotti di elevata qualità. Non meno importante per
l’azienda, avere impianti più avanzati tecnologicamente, comporta una
maggior sicurezza per i lavoratori sul posto di lavoro.L’approvazione
al rinnovamento degli impianti di rifusione segue l’approvazione di un
altro importante investimento 4,5 milioni di dollari che prevede il
rinnovamento della linea di estrusione da 3.500 tonnellate.

Decidere
di investire sul sito produttivo di Feltre, in una congiuntura
economica di generale rallentamento, significa inoltre riporre fiducia
nello stabilimento e nelle sue maestranze e progettarne il futuro in
una prospettiva che non è di breve termine.

Sapa
è un gruppo industriale internazionale che sviluppa, produce e vende
profili di alluminio a valore aggiunto, sistemi di edilizia basati sui
profili e componenti per scambiatori di calore. Sapa fa parte della norvegese Orkla, quotata alla borsa di Oslo.

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dall’Adige 16/9/08

Colbricon: ora c’è il via libera

Che
il «sì» politico sia in qualche modo scontato, è chiaro da tempo:
l’impegno del presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, e
dell’assessore all’ambiente Mauro Gilmozzi, a sostegno del progetto di
collegamento impiantistico tra San Martino e il Rolle è già stato
dichiaratamente esplicitato agli amministratori pubblici del Primiero.
Da ieri, però, c’è anche il «sì» tecnico, quello del Comitato
provinciale per l’ambiente che ha dato il proprio benestare – tecnico,
appunto – al progetto, al termine della procedura di valutazione di
impatto ambientale. Un «sì» accompagnato da quattordici prescrizioni,
che non mutano la sostanza del progetto ma «impongono» una mitigazione
dell’impatto delle future opere. Un «sì» espresso a maggioranza, perché
i tre rappresentanti esterni del Comitato (l’ingegner Marco Frenez per
le associazioni ambientaliste, il direttore del Museo di scienze
naturali Michele Lanzinger e il professor Giuliano Ziglio della Facoltà
di Ingegneria di Trento) hanno espresso la loro contrarietà. Lanzinger,
in particolare, ha ricordato la valenza dei siti archeologici della
zona. Un «no» che resta agli atti, ma che non ha pesato sulla
valutazione finale positiva di tutti i servizi provinciali coinvolti.
Soprattutto quella del Servizio conservazione naturale e valorizzazione
ambientale, che ha ritenuto accettabile la valutazione di incidenza sui
Sic (siti di importanza comunitaria), e della «Tutela del paesaggio»,
che ha considerato il progetto proposto meno impattante di altre
soluzione alternative, come il tracciato di collegamento lungo la Val
Cismon, suggerito dalle associazione ambientaliste. I quattro tralicci,
pur alti oltre trenta metri, sul crinale fra i laghi di Colbricon e la
Val Cismon saranno, a giudizio del Servizio urbanistica e tutela del
paesaggio, meno «pesanti» per l’ambiente rispetto ad un numero maggiore
di piloni a sostegno di un impianto realizzato nel fondovalle. Né
rappresenteranno una intollerabile alterazione della visuale sulle Pale
di San Martino ad est ed il Lagorai ad ovest. Ed è pure stata accolta
la «filosofia» del progetto che configura il tracciato funiviario come
sistema integrato di trasporto pubblico, alla stregua del progetto
Pinzolo-Campiglio, con tanto di beneficio, in termini di maggiore
sostegno finanziario della Provincia, per le esangui casse delle
società impiantistiche proponenti. L’ingegner Frenez ha tentato, senza
successo, di argomentare che la stazione di partenza sarà assolutamente
decentrata rispetto al paese di San Martino), tanto che l’utenza sarà
costretta a salire su altri due impianti (uno, in futuro) per arrivare
a Malga Ces. Ha spiegato, nella sostanza, che si tratta di un impianto
funzionale alle società impiantistiche, cioè alla stagione invernale,
non ad una mobilità alternativa per il Rolle.

Gubert: "obbedito agli ordini"
«Siamo
molto delusi, ci aspettavamo almeno un rinvio a dopo le elezioni. Tra
l’altro il collegamento è stato voluto da categorie di centro destra. E
così, avuto il regalo da Dellai, ora sono libere di votare per il
centro destra». Daniele Gubert di Primiero Viva, commenta così il sì al
collegamento S.Martino – Rolle dato dal Comitato per l’ambiente. Via
libera, dice Gubert, tutto politico. «Hanno obbedito ad un ordine
politico. Inoltre, un ruolo fondamentale – dice – è stato giocato dal
consigliere Marco Depaoli , basti dire che suo nipote è il presidente
del Parco e suo cognato il presidente del Comitato per l’ambiente». E
adesso? «Faremo ricorso all’Unione Europea».

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Caserme, le ragioni del “no” – L’Adige 13-09-08

No Grazie!


lunedì 15 settembre 2008


È
stato presentato giovedì scorso presso la sala convegni della
circoscrizione Oltrefersina, a un passo dal distretto militare di
Trento sud, il «controdépliant» del comitato che si batte contro la
realizzazione delle caserme a Mattarello

Circa un ettaro di
terreno diboscato, polvere e motoseghe, spolveratori stradali in azione
ogni notte. È solo la prima tranche di lavori preliminari, non il
cantiere delle caserme vere e proprie, ma l’imponente barriera di
scarti che sopraeleva San Vincenzo di quasi quattro metri, spremendo il
terreno spugnoso impregnato d’acqua, è già ben visibile. È stato
presentato giovedì scorso presso la sala convegni della circoscrizione
Oltrefersina, a un passo dal distretto militare di Trento sud, il
«controdépliant» del comitato che si batte contro la realizzazione
delle caserme a Mattarello.
continua

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inizio raccolta firme referendum Sandoz

Raccolta di firme contro l’inceneritore

Il dado è tratto

GIANPIERO LUI Il dado è tratto. La questione del bruciatore che la
Sandoz ha chiesto di poter installare presso il proprio stabilimento in
zona industriale diventerà un referendum, sul quale i cittadini
roveretani saranno chiamati ad esprimersi, forse insieme agli altri tre
quesiti referendari già presentati (con oltre 700 firme a sostegno)
dall’associazione «PartecipAzione Cittadini Rovereto». continua 

 

approfondimenti sul blog

PartecipAzione Cittadini Rovereto

 

 

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dalla Val di Non: Pesticidi in parchi pubblici e case

riprendiamo alcuni articoli su pesticidi, coltivazioni intensive, pericoli correlati, dall’ottimo sito trentino

 

Pesticidi in parchi pubblici e case
Comitato salute: analisi su dodici campioni
Nell’87% dei casi si trovano residui di agrofarmaci

CLES – Su 12 campioni raccolti in proprietà private
e pubbliche, fatti analizzare in un laboratorio legalmente
riconosciuto, 10 hanno confermato la presenza di residui di pesticidi.
In tutte e 10 le località della valle di Non in cui questi campioni
sono stati raccolti (in due il campione era doppio) si è verificata la
presenza di residui. Tra l’altro i campioni sono stati raccolti anche:
in un parco pubblico, in un parco giochi, all’interno di un
appartamento privato e in un prato a sfalcio privato.

continua 

 

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L’ASPIRAPOLVERE PAGLIACCIATA DI VACCARI E IL GIUDIZIO SPIETATO DELL’ARPAV


«La stazione filtrante non riduce lo smog»

 FELTRE. E’ sempre la stessa aria, sporca e pesante. Chi si illudeva
che bastasse un aspiratore per ripulire il centro dalle polveri sottili
e salvare i polmoni da un po’ di smog dovrà ricredersi. La centralina
che da quattro mesi e mezzo campeggia al centro di largo Castaldi
aspira gli scarichi delle auto ma non riduce l’inquinamento
complessivo. Lo dice l’Arpav, che l’ha messa alla prova.  L’unica
iniziativa messa in campo dall’amministrazione negli ultimi mesi per
ridurre l’inquinamento sembra dunque destinata a concludersi con la
fine del “prestito” concesso dall’azienda produttrice della macchina. E
senza grandi risultati.  La stazione filtrante prodotta dalla System
Life di Camposampiero funziona e anche bene, questo non è in
discussione. Ma il suo lavoro è ridurre le emissioni di polveri
sottili, aspirando l’aria e ripulendola, non quello di abbattere
l’inquinamento. Continue reading

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LA PESTICIDA MELINDA ALL’ATTACCO!! dal gazzettino del 7/9/09

CESIOMAGGIORE Per realizzare un meleto le ruspe hanno spianato un’intera area di campagna
La collina di Calliol rasa al suolo
Preoccupazione tra la gente che ha già raccolto ben 1.200 firme contro le colture intensive
Cesiomaggiore

Rasa
al suolo una collina tra Tussui e Calliol. Il tutto per un
meleto.Salgono le preoccupazioni tra i residenti, che si vedono ormai
mangiare la terra sotto i piedi. Per ora sono state raccolte 1200
firme, consegnate recentemente all’Amministrazione comunale, ma c’è già
chi è pronto a raccoglierne altrettante, se dovesse servire. Tutto è in
regola però, fanno sapere dai piani alti del municipio. Si tratta di un
semplice e banale risanamento agricolo. Su oltre 193 mila metri quadri
però. Sta di fatto che una collina a ridosso della frazione di Tussui
ha lasciato posto, attualmente, a una piana su cui si ergono cinque
alte piramidi di terra, quasi a far da contr’altare alla splendida
villa Avogadro, al castello di Tussui, alla villa di Calliol, tutti
edifici vincolati dalla Soprintendenza che si trovano a poche centinaia
di metri dagli scavi. Che fare, quando oltre al danno c’è anche la
beffa? La società agricola infatti che ha ottenuto i permessi utili ad
iniziare i lavori si chiama "La Feltrina", ma è "originaria" di Trento.
E su quel terreno sarà piantato un meleto, come succede da anni in Val
di Non, a coltura intensiva, sebbene qualcuno affermi che si tratterà
di coltura integrata.Nel frattempo però il consiglio comunale di Cesiomaggiore
ha deliberato un documento in cui si precisa che l’Amministrazione
cesiolina crede fortemente nella coltura biologica e tradizionale, e
che userà tutti i mezzi per salvaguardare il proprio territorio da
colture intensive a danno dell’ambiente.Lo ha ribadito anche
all’incontro sul P.A.T. promosso dal PD, l’altra sera, il sindaco di Cesiomaggiore
, Gianni De Bastiani: «Nel documento preliminare del P.A.T. – ha detto
– abbiamo inserito un punto per la tutela dello sviluppo agricolo volto
a promuovere coltivazioni di tipo ambientalie». Nel caso di Calliol
però uno strumento generalizzato come il P.A.T. serve a ben poco,
occorre aspettare il passo successivo, ovvero il Piano d’Intervento. Un
Comune insomma non può vietare attraverso il P.A.T. che sul proprio
territorio nascano colture intensive: l’unico intervento potrebbe
essere quello d’impedire un livellamento eccessivo del terreno. Che
secondo i più è proprio quello che è accaduto nel giro di una settimana
tra Tussui e Calliol. I residenti sono sempre più preoccupati: sia per
la pericolosità per la salute umana segnalata da studi recenti di un
eccessivo utilizzo di diserbanti nei pressi delle abitazioni, sia
perché quella fetta di territorio, rimasta agreste e a pascolo fino ad
oggi, rischia di trasformarsi in una mera scusa commerciale.

Andrea Dassie

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Monte Avena: nuovi impianti, nuove devastazioni, vecchie speculazioni

dal blog del comitato pra gras

MONTE AVENA: Alcune puntualizzazioni 

Alla luce di alcuni interventi “polemici” postati nel nostro blog e di
quanto riportato quest’oggi dal Corriere delle Alpi, riteniamo
opportuni fare alcune puntualizzazioni.
Già
da qualche settimana abbiamo promosso una iniziativa di monitoraggio
dal basso del territorio fonzasino. Abbiamo aperto uno spazio nel
nostro blog e distribuito dei volantini in cui era possibile, per ogni
cittadini, segnalare situazioni di nocività, insalubrità che minaccino
l’ambiente, la salute, la qualità della vita.
Moltissime le segnalazioni giunte che hanno evidenziano una serie di situazioni di criticità.

continua 

 

PRA’ GRAS IN ALTA QUOTA

Ottimamente riuscito il presidio voluto e organizzato da “primiero
viva” presso i Laghi del Colbricon per contestare il progetto (da più
parti definito illegale) che prevede l’insediamento di piloni alti 30m
in una riserva integrale dove non è possibile, giustamente, piantare
una tenda, andare in bicicletta o a cavallo.
Una
devastazione che non è solo ambientale, ma anche economica dato che già
si sa che tutto ciò non avrà alcun ritorno economico (della serie: privatizzare i profitti e socializzare le perdite..i guadagni me li tengo i debiti li pagate voi cittadini).

continua 


Monte Avena, i nuovi impianti nel mirino

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dal gazzettino del 5/09/08


FALCADE Una lettera aperta al primo cittadino da parte del Comitato
contro la cementificazione dell’area riaccende la polemica sul Piano di
assetto territoriale
«Sindaco non ci prenda in giro, la Piana è di tutti»
I firmatari: «Non abbiamo mire politiche né ambizioni di notorietà, chiediamo solo che i cittadini vengano informati»
Falcade

«Ci
sentiamo presi in giro, ma al tempo stesso cominciamo a pensre che,
colposamente, non si voglia far comprendere quali siano i veri intenti
che il Comitato contro la cementificazione della Piana di Falcade si è prefisso: non mire politiche, non ambizioni di notorietà e non volontà di sostituirsi a chi deve amministrare il paese».

In una lettera aperta al sindaco di Falcade
, Stefano Murer, i componenti il comitato per la piana attaccano il
primo cittadino dopo l’invito rivolto al Comitato ad «avanzare proposte
costruttive».

«Questo
slogan sa di presa in giro – scrive il Comitato – soprattutto per noi
che abbiamo un unico desiderio: raccogliere e far sentire la voce di
tutti quei cittadini che desiderano una amministrazione "giusta" e
democratica, che tenga nel "giusto" conto e rispetto quella Piana che è
diventata ormai bene di tutti, degli abitanti di Falcade , ma anche di chi vive Falcade
solo per brevi periodi».Il Comitato (in foto Patrizia Murer), che ha
sempre perseguito lo scopo di "salvaguardare la Piana", ora che il PAT
inizia a diventare realtà, chiede al sindaco, come cittadino di Falcade
e come primo cittadino (eletto anche con i voti di tutti coloro che
chiedono il rispetto della Piana), di attivarsi affinché l’interesse di
pochi non soffochi il conclamato diritto dei molti.

«Il
Comitato contro la cementificazione della Piana auspica pertanto che
proprio il sindaco, insieme alla sua giunta, voglia porre grande
attenzione affinché la gente di Falcade
venga messa nella reale condizione di seguire le varie fasi del
procedimento in fieri, realizzando quella concertazione prevista dalla
legge; ponendosi proprio egli stesso, in prima persona, come portavoce
nei confronti della cittadinanza. Il Comitato contro la
cementificazione della Piana di Falcade
intende per parte sua seguire con meticolosa cura l’operato di chi sarà
incaricato di redigere il PAT, cosa che ci si augura intenda fare lo
stesso sindaco; ed invita tutti i Cittadini a mantenere alta
l’attenzione, ed a partecipare a tutti gli incontri pubblici che, come
fin d’ora si auspica, l’Amministrazione vorrà indire".

M. M.

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Le foto dell’occupazione pacifica della riserva integrale di Colbricon (30-31 Agosto 2008)

Guarda le foto qui: Colbricon 30-31 Agosto 2008

 

 

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