dal coralpi del 24/6/08: I casi sono 700, più di 300 i morti

«Il servizio di oncologia diventi reparto»

Appello di sindaci e Usl alla Regione I casi sono 700, più di 300 i
morti

Un primario, medici e più posti letto per dare risposte alle
necessità del territorio

FELTRE. Potenziare oncologia, trasformando il servizio in
reparto con un primario, medici e infermieri in più, e con posti
letto per chi è malato di tumore e necessita di terapia.
L’esecutivo dei sindaci dell’Usl 2, convocato dai dirigenti
dell’azienda sanitaria, si è dichiarato pronto a chiedere una
modifica nella programmazione regionale per potenziare il
settore. I numeri lo giustificano: ogni anno si diagnosticano
oltre 700 casi con una mortalità che supera i 300 annui.
Il Sir, ossia il raffronto con la media regionale, indica un
valore di 111 nella valle alpina rispetto al 100 del resto del
Veneto. Continue reading

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ALLARME INCENERITORE A ROVERETO

Tecnici indipendenti per quell’inceneritore

Li chiede “Cittadini Rovereto”. Silenzio da Sandoz

GIANPIERO LUI

La forte presa di posizione della circoscrizione “Lizzana-Mori
ferrovia” sull’impianto di recupero termico della Sandoz, l’azienda
chimica ubicata in zona industriale a Rovereto, ha fatto parecchio
rumore. L’altra sera, infatti, il consiglio di quartiere ha censurato
il fatto che l’amministrazione non abbia né informato né consultato la
circoscrizione prima che il consiglio comunale fosse chiamato, lo
scorso 27 maggio, ad esprimere un parere in merito. Morale? Parere
favorevole all’unanimità dei presenti (con un solo consigliere che non
ha partecipato al voto) all’impianto di recupero termico di alcuni
reflui liquidi (miscele di acqua e solventi organici non clorurati).
presso la ditta “Sandoz Industrial Products spa” e tutti a casa. La
circoscrizione non accetta che la questione venga liquidata così, “sic
et simpliciter”, e preannuncia la volontà di approfondire la questione
organizzando anche un incontro pubblico per avere le opportune risposte
agli interrogativi che da molti anni i roveretani, in particolare gli
abitanti di Lizzana, si pongono sulla presenza di potenziali pericoli
per la salute pubblica nelle lavorazioni ed operazioni di smaltimento
che sono effettuate nella vicinissima zona industriale.  Continue reading

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dal gazzettino del 8/6/08

CESIOMAGGIORE A Seravella presa di posizione corale contro l’insediamento di piantagioni non biologiche
«Trentino, è finito il tempo delle mele»
Al sindaco la richiesta di far diventare il comune "Chimica free", vietando l’uso dei diserbanti
Cesio maggiore

No alle colture intensive a Cesio
maggiore. Cittadini e coltivatori preoccupati, riuniti venerdì sera a
Seravella per un convegno sulle nuove colture presenti in ambito agro
alimentare, di fronte all’imminente arrivo a Cesio
di meleti a coltura intensiva. Al sindaco Gianni De Bastiani rivolta la
proposta di vietare l’uso di pesticidi e diserbanti in tutto il
territorio comunale, rendendo Cesio un comune "chimica free", libero da coltivazioni non biologiche.

«È
una sfida che mi sento di accettare», ha risposto il primo cittadino di
fronte al folto pubblico riunito nella sala conferenze del museo
etnografico, durante il dibattito pubblico con esperti sui nuovi
insediamenti produttivi di mele, uva e ortaggi, promosso
dall’associazione culturale Veses, con il patrocinio della Provincia di
Belluno. «Cesio ha gli strumenti e
le capacità per fare questa scommessa – ha dichiarato il presidente
della Provincia Sergio Reolon -; salvaguardare cioè il proprio
territorio, le sue tradizioni, la sua dignità. E l’invito non è rivolto
solo a Cesio , ma a tutto il territorio provinciale. Non facciamoci colonizzare dagli altri».

Come dire, cari trentini, pensateci due volte prima di venire a Cesio
per impiantare meleti a coltura intensiva. Tale ipotesi però potrebbe
diventare presto realtà: secondo quanto affermato dal sindaco esiste
già un preliminare di acquisto di terreni a Calliol per impiantare
nuovi frutteti, richiesto da alcuni produttori della Val di Non, e in
municipio «è stato depositato di recente un progetto per qualche lieve
movimento di terra». Le preoccupazioni da parte dei confinanti si sono
già fatte sentire. «Abito a 30 metri da questo terreno – ha detto
Gabriele Isma -, sono preoccupato per la mia salute». Dobbiamo
difenderci allora: questo il grido dall’allarme lanciato a fine serata,
che ha fatto da eco ha quanto rivelato in fatto di pericolo per la
salute dagli esperti intervenuti: il medico chirurgo Roberto
Cappelletti, gli agronomi forestali Sergio De Pomedis, il
rappresentante di Veneto Agricoltura Silvano Cossalter. Preoccupano
inoltre l’inadeguatezza degli impianti idrici in alcune aree abitate,
la risistemazione di un territorio che convive bene con la campagna e
che rischia di essere spianato, la presenza futura di residui di
molecole derivanti dall’uso di pesticidi. Sono gli stessi trentini
della Val di Non presenti alla serata ad avvertire i cesio
lini: «Mobilitatevi finché siete in tempo. Promuovete una petizione,
rivolgetevi al sindaco perché faccia ordinanze deterrenti a tali
insediamenti». È lo stesso sindaco, messo alle strette anche dai
rappresentanti di minoranza che propongono di utilizzare il fondo Letta
per acquistare i terreni già venduti e impiantare una coltura
biologica, a rassicurare alla fine i residenti: «per salvaguardare la
cittadinanza il Comune ha messo come obiettivi vigilanza, attenzione e
attivazione di tutti gli elementi che ci permettano un controllo». E di
fronte al fatto compiuto, è Eugenio Garlet, presidente della
cooperativa La Fiorita, che da anni si batte per una coltivazione
biologica, a fare un’amara considerazione: «si sta dimenticando quello
che è stato fatto dai nostri agricoltori in questi anni. Spero che il
Comune non voglia cambiare strada. Io sto con i bambini, per la loro
salute».

Andrea Dassie

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*RESISTIAMO CONTRO LA BASE MILITARE DI MATTARELLO*

*RESISTIAMO CONTRO LA BASE MILITARE DI MATTARELLO*

*RESISTIAMO CONTRO LA GUERRA*
* *

Questa mattina, lunedì 16 giugno, polizia e carabinieri hanno accompagnato a
Mattarello (Trento) i camion e le ruspe per imporre con la forza quei lavori
preliminari alla costruzione della base militare che erano stati bloccati
mercoledì scorso. Il presidio spontaneo nato mercoledì avrebbe dovuto
continuare anche oggi. Camion e ruspe sono stati bloccati di nuovo, quindi
le forze dell’ordine hanno deciso di sgomberare con la forza la quarantina
di oppositori alla base e alla guerra che erano presenti. Questi ultimi
hanno opposto una resistenza passiva, sedendosi e tenendosi stretti.
Trascinati via con la forza e caricati sulle auto di polizia e carabinieri,
sono stati portati in Questura, schedati e denunciati per "violenza privata,
invasione di terreni, manifestazione non autorizzata, interruzione di
servizio di pubblica necessità". Un progetto di devastazione ambientale e di
guerra è talmente di "pubblica necessità" che governo e Provincia lo
vogliono imporre con la forza. Trascinando via gli oppositori, la polizia ha
trascinato via anche l’illusione che si possa fermare la base con le
trattative. Rispetto al blocco dei lavori, ci sembra che oggi il sindaco
abbia già risposto… Continue reading

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chimica in agricoltura

Consorzio
Miglioramento Fondiario di “Laghel”

 

Organizza il 30 maggio 2008 ore
20.30

Presso la “Casa sociale di Vigne”

 

Serata informativa
sugli

effetti collaterali dell’uso

della chimica in agricoltura

 

Programma:

20,40 Saluto
ed introduzione degli organizzatori

 

 

20,50 “Il problema della deriva: alcuni dati raccolti
in Val di Non”

ing.
Sergio Deromedis

 

21,15 “Dalla negazione del rischio al principio di
precauzione”

dott.
Roberto Cappelletti – medico

 

 

21,40 “Un’agricoltura ancor più rispettosa della vita
e dell’ambiente: l’esperienza della cantina La Vis s.c.a.”

en.
Roberto Giacomoni – presidente della cantina La Vis s.c.a.

 

dibattito

 

 

Ingresso libero, tutta la popolazione è gentilmente invitata.

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FRATELLI DI T.A.V. A FELTRE

ANTEPRIMA ANTEPRIMA

VEN. 30/5 DALLE 21:30 PROIEZIONE DEL VIDEO
FRATELLI DI T.A.V.

"Insieme ad una manciata di
videomakers abbiamo girato mezza Italia seguendo i binari della linea ad alta
velocità. Dalle immagini e dalle voci che abbiamo raccolto affiorano storie poco
conosciute, effetti collaterali della più grande opera all’
italiana…"
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un utilissimo sito bolzanino http://www.ambientesalute.org

L’Associazione porta avanti con profondità scientifica e con continuità un lavoro di informazione,
che chiarisca alla popolazione i rischi e i costi economici, ambientali
e di salute che comportano grandi opere ad alto impatto ambientale come
il previsto  inceneritore  provinciale…

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No al TAV del Brennero

Enorme successo alla prima visione del film sul TAV del Mugello

Sono arrivati in oltre 400, da tutta la provincia, per assistere alla prima proiezione del film Ohne wenn und aber
realizzato da Silvia Bacca, Christoph Hofer e Manfred Volgger. Molti
sono stati coloro che, in una sala della comunità di Prati di Vizze
affollata al limite della capienza, sono rimasti in piedi tutta la
serata.

Una breve introduzione e poi
immagini, interviste, fatti. Dopo ventisei minuti finiscono le parole,
i suoni; il silenzio domina in sala. È un attimo, è necessario per
riprendersi, poi la tensione, palpabile, svanisce in un fragoroso
applauso.

Le immagini che hanno illustrato i
danni alle falde acquifere conseguenti alla realizzazione di un tunnel
per la linea TAV (treno ad alta velocità) nella zona del Mugello tra
Bologna e Firenze e le parole delle persone intervistate, hanno
lasciato il segno.

Al film è seguito un dibattito
e sul palco hanno preso posto Claudio Campedelli di “No TAV – Kein BBT
Bolzano”, Martin Schweigl direttore in pensione dell’ufficio per
l’ambiente della Provincia e i referenti di AVS e Dachverband, Kaufmann
e Riedl. Anche Martin Außerdorfer, il responsabile dell’Infopoint di
BBT a Fortezza, che aveva preso posizione sul film ancora prima di
averlo visto, era presente in sala ed è stato invitato sul palco.  CONTINUA

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dal gazzettino di bl del 22/5/08

Pison: «Non riapriremo Cordele»
Ultimati i lavori a Pra de Anta che funzionerà da metà giugno. Il ritardo è costato 320 mila euro
Sono stati
ultimati i lavori di ampliamento della discarica pontalpina di Pra de
Anta che con quella di Longarone, Mura Pagani, e Pies de ra Mognes di
Cortina, è chiamata a far fronte allo smaltimento di circa 50 per cento
delle 98 mila tonnellate di rifiuti prodotti annualmente in provincia.
È deciso invece che non riaprirà, come era stato ventilato, il sito di
Cordele.

Pra de
Anta in questi giorni è in fase di collaudo ed entro la metà di giugno
sarà finalmente pronta per aprire, facendo così uscire la Dolomiti
Ambiente (società che gestisce la discarica assieme al Maserot) da
un’emergenza che ha pesato sul bilancio 2007 per 320 mila euro,
costringendo il Cda a mettere mano alle riserve per ripianare il debito
legato a maggiori costi di smaltimento per la necessità di trasferire i
rifiuti in altri siti fuori provincia. E la responsabilità, secondo
parte dello stesso Cda, sarebbe proprio della Provincia che avrebbe
accumulato troppi ritardi nel rilasciare le autorizzazioni.Nel
frattempo, il presidente della Provincia, Sergio Reolon, avrebbe
nuovamente avanzato richiesta al presidente della società, Raffaele
Riposi, di dimissioni. Le divergenze pare restino forti, con la
Provincia decisa a non voler più aprire nuove discariche, e la
componente che fa capo a Riposi che vedrebbe necessario attivare forme
di smaltimento più lungimiranti, realizzando, ad esempio, un
termovalorizzatore.
Ma le nubi su Dolomiti Ambiente, società di cui la
Provincia detiene la quota di maggioranza, pare siano sempre più nere.
Tra le ipotesi avanzate anche quella di una fusione con tutte le altre
società che operano nello stesso settore a livello provinciale.

«Con
l’apertura di Pra de Anta – spiega l’assessore provinciale all’ambiente
Giuseppe Pison – e il progressivo aumento della raccolta differenziata,
che entro il 2009 dovrebbe raggiungere il 60 per cento contro il 50 del
2007 e la previsione del 55 per quest’anno, tenendo conto anche del
compostaggio domestico, avremmo un’autonomia per qualche decennio. Non
sarà necessario aprire altre discariche. Con sindaco di Belluno,
abbiamo anche deciso di non riattivare Cordele».

La
politica della Provincia resta quella di incentivare al massimo la
raccolta differenziata, tanto è vero che, nell’ultima seduta di giunta,
sono stati stanziati altri 343 mila euro, che si aggiungono al milione
800 mila euro già stanziati in due bandi, per permettere a Comune e
Comunità montane che gestiscono la raccolta, di potenziare i sistemi
per la differenziata.

La
produzione dei rifiuti, intanto, a livello provinciale, sembra
mantenersi costante a fronte di una crescita di 4-5 punti percentuali
che annualmente si verifica a livello nazionale.«Dal 2004 – spiega
Pison – le tonnellate prodotte annualmente sono ferme a 98 mila, di
queste attualmente ne vengono smaltite in discarica circa 45 mila».

L’assessore
si dice ottimista sul futuro dello smaltimento, ma da più parti si teme
che, se non si correrà ai ripari al più presto prevedendo strategie a
lungo termine, si rischi prima o poi di finire nell’emergenza. Le tre
discariche rimaste non saranno eterne e le alternative vanno progettate
per tempo.

Il
futuro dei rifiuti in provincia dipenderà molto anche dalla prossima
amministrazione che, dal 2009, si insedierà a palazzo Piloni. Il
centrodestra si prepara a far fuoco e fiamme per impedire un Reolon-bis.

Lauredana Marsiglia

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dal gazzettino di bl 18 Maggio 2008

SAN GREGORIO Intervento dell’assessore all’Ambiente della Provincia, Giuseppe Pison , all’incontro organizzato dal Comune
«No all’inceneritore, da noi non serve»
L’amministratore di Palazzo Piloni: «Sull’impianto previsto alla cartiera non mi esprimo. Non conosco il progetto»
San Gregorio

Non
serve un inceneritore per i rifiuti solidi urbani in provincia.
L’assessore provinciale all’ambiente Pison ribadisce l’obiettivo del 70
per cento per quanto riguarda la raccolta differenziata nel territorio
provinciale.E sull’inceneritore previsto dalla cartiera
Reno De Medici, «non esprimo nessun giudizio – dice Pison – non ho
visto il progetto, per ora solo una dichiarazione d’intenti». Si è
parlato anche di questo nell’incontro di venerdì sera, in sala
consiliare a San Gregorio nelle Alpi, un incontro voluto
dall’amministrazione comunale, inserito nel ciclo di assemblee
pubbliche dedicate all’ambiente, e che avrebbe dovuto essere in realtà
una tavola rotonda: a presentarsi però, tra i relatori invitati,
soltanto l’assessore provinciale; mancavano all’appello, giustificati,
il presidente della Cmf e l’assessore regionale all’ambiente. Oltre a
molti cittadini, visto che l’affluenza del pubblico, purtroppo, non è
stata delle più alte.«La Provincia prosegue nel raggiungimento dei suoi
obiettivi – ha sottolineato l’assessore Pison, illustrando la
situazione legata alla raccolta rifiuti – Vogliamo arrivare entro la
fine della legislatura al 70 per cento di raccolta differenziata:
attualmente siamo al 50 per centro, entro il 2009 prevediamo di
arrivare al 60. Una raccolta che sia il più spinta possibile: approvato
un nuovo bando per nuovi contributi, che mette a disposizione dei
comuni 340mila euro per nuovi progetti atti ad incrementare la raccolta
differenziata».«Se i valori indicati dalla Provincia – sostiene Pison –
ovvero una media di 100 kg all’anno di rifiuti prodotti per cittadino,
fossero raggiunti, potremmo stare tranquilli: un inceneritore
risulterebbe superfluo. Inoltre possiamo contare su ampie capacità di
smaltimento con le discariche di cui possiamo usufruire».Nessun
giudizio invece su l’ipotetico inceneritore della cartiera
di Santa Giustina.«Non sono al corrente di come sia il progetto –
spiega l’assessore – si può parlare di una razionalizzazione delle
modalità produttive, dato che l’opera ipotizzata produrrà un risparmio
di energia bruciando scarti della produzione, che attualmente finiscono
in discarica».

Andrea Dassie

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